Una Riflessione sul Declino della Biodiversità e le Possibilità per la Conservazione
Nel suo nuovo libro "Before They Vanish", il biologo Paul Ehrlich, noto per le sue predizioni talvolta errate, esplora il fenomeno del declino globale della fauna selvatica e delle estinzioni imminenti. Il libro presenta prove potenti della crisi della biodiversità che stiamo vivendo, evidenziando come molte specie siano a rischio di scomparire. Tuttavia, questo ritratto pessimista rischia di lasciare il lettore senza speranza piuttosto che ispirato a supportare le azioni di conservazione.
L'Estinzione come Fenomeno Sistemico
Il libro si apre con la storia della vacca marina di Steller (Hydrodamalis gigas), un mammifero lungo otto metri descritto per la prima volta nel 1741, che si è estinto appena 27 anni dopo. Gli autori usano questo esempio per mostrare come le estinzioni possano propagarsi attraverso un ecosistema. La scomparsa della lontra di mare (Enhydra lutris), cacciata per il commercio delle pellicce, ha portato a un'esplosione della popolazione di ricci di mare, che ha distrutto le foreste di kelp di cui le vacche marine dipendevano per nutrirsi. Questo esempio illustra come l'estinzione di una specie possa avere effetti devastanti su altre specie collegate.
Il Lutto per le Perdite Naturali
Gli autori, la cui carriera ha attraversato un periodo di drammatico declino della fauna selvatica, descrivono le distruzioni su vasta scala come una "mutilazione dell'albero della vita". Le specie rimaste isolate in un paesaggio in cui le loro popolazioni sono destinate all'estinzione vengono chiamate "i morti viventi". Questo sentimento di dolore per ciò che è stato perso permea tutto il libro, trasmettendo un senso di impotenza di fronte alla vastità della crisi ecologica.
Mancanza di Ottimismo e di Visione Positiva
Nonostante le potenti descrizioni della crisi ecologica, il libro manca di un'analisi approfondita su come la conservazione possa realmente contribuire a mitigare la situazione. Ehrlich e i suoi colleghi non affrontano le domande difficili su quanto il benessere umano dipenda davvero dalla persistenza delle specie minacciate, né esplorano i compromessi necessari su un pianeta sovrappopolato. Ad esempio, le proposte di proteggere metà del pianeta per la natura, come suggerito dal biologo Edward Wilson, non vengono accompagnate da una discussione sugli impatti di queste misure per le popolazioni umane che vivono in quelle aree.
Inoltre, il libro è critico nei confronti di programmi come la Belt and Road Initiative cinese, ma non considera i motivi per cui molti paesi a medio e basso reddito sostengono tali progetti, che promettono miglioramenti nelle infrastrutture e nella sicurezza energetica. La mancata discussione sui compromessi necessari rende il libro insoddisfacente per chi cerca risposte concrete su come conciliare sviluppo umano e conservazione.
Esempi di Successo nella Conservazione
Un altro aspetto del libro che lascia insoddisfatti è la mancanza di enfasi sui successi della conservazione. Esistono molti esempi di specie che si sono riprese grazie a sforzi di conservazione mirati. La gazzella saiga (Saiga tatarica), ad esempio, è passata dallo stato di criticamente minacciata a quasi minacciata, e il falco delle Mauritius (Falco punctatus) è aumentato da soli quattro esemplari nel 1974 a una popolazione fiorente oggi. Questi esempi dimostrano che la conservazione può fare la differenza e che, con il giusto impegno, è possibile prevenire l'estinzione di molte specie.
La Necessità di una Visione Equilibrata
Gli autori del libro parlano spesso di "minacce esistenziali" e di un "futuro terribile", ma mancano di una visione bilanciata che includa i successi e le opportunità di miglioramento. La paradosso ambientalista - il fatto che il benessere umano sia migliorato nonostante la distruzione degli ecosistemi naturali - viene menzionato, ma non esplorato a fondo. È importante riconoscere che, sebbene le estinzioni abbiano conseguenze significative per la biodiversità e gli ecosistemi, ci sono molti modi in cui l'umanità può contribuire alla ripresa della natura.
Uno degli aspetti più frustranti del libro è la mancanza di riferimenti alle nuove evidenze sulla efficacia delle azioni di conservazione. Negli ultimi quindici anni, la scienza della conservazione ha fatto passi da gigante nel raccogliere e analizzare dati sull'impatto degli interventi. Strumenti come il database Conservation Evidence aiutano a rendere più facile per i conservazionisti accedere a informazioni sulle migliori pratiche e sui risultati delle diverse strategie di intervento.
Conclusioni: La Speranza come Strumento di Cambiamento
Nonostante il tono spesso pessimista del libro, è essenziale ricordare che esistono ancora molte opportunità per fare la differenza. La conservazione ha già avuto successi significativi e può continuare a fare progressi se accompagnata da un'azione concreta e dalla volontà di affrontare i compromessi necessari. L'autore Julia P. G. Jones sottolinea che la speranza è un'emozione potente, capace di mobilitare persone da ogni parte del mondo verso la protezione della natura. Prima che sia troppo tardi, ci sono ancora molte azioni che possiamo intraprendere per preservare le meraviglie naturali del nostro pianeta.
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