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Ucraina: Mille Giorni di Guerra e la Determinazione di Zelensky

L'Ucraina ha raggiunto un tragico traguardo: mille giorni di guerra senza tregua. Nel nord del paese, un dormitorio nella città di Glukhov è stato colpito dai missili russi, provocando oltre 10 vittime, tra cui un bambino di 8 anni, e più di 90 feriti. Il numero dei morti sembra destinato ad aumentare, mentre le squadre di soccorso continuano a scavare tra le macerie.

L'Appello di Zelensky al Parlamento Europeo

In occasione del millesimo giorno di conflitto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è collegato con il Parlamento Europeo chiedendo maggiore determinazione ai paesi dell'Unione Europea per impedire ulteriori aggressioni. Ministri di diversi paesi europei, tra cui Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito, hanno ribadito il loro fermo sostegno a una pace giusta e duratura per l'Ucraina. Tuttavia, è chiaro che per Kiev sarà difficile resistere senza il continuo sostegno militare degli Stati Uniti.

Piani per l'Industria Militare Ucraina

Zelensky ha dichiarato che entro il 2025 l'Ucraina sarà in grado di produrre almeno 30.000 droni e punta a costruire 3000 missili. Ha sottolineato che la guerra sarà lunga e che, fino alla fine delle ostilità, rimarrà in vigore la legge marziale. Questo significa anche che non ci sarà spazio per le elezioni in Ucraina, finché il conflitto continuerà.

Mosca e la Minaccia Nucleare

A Mosca, il capo del Cremlino non ha fatto menzione dell'anniversario del conflitto, ma ha aggiornato le linee guida sull'uso delle armi nucleari. Il portavoce del governo russo, Dmitri Peskov, ha annunciato che l'esercito russo potrà rispondere con armi nucleari agli attacchi ucraini effettuati con missili forniti dai paesi occidentali.

Un Paese Sotto Assedio e la Storia di Jeven

Mentre la guerra continua, le storie di sofferenza umana sono innumerevoli. Un esempio è il piccolo Jeven Stepanenko, nato il 6 marzo 2022, lo stesso giorno in cui i russi entravano a Bucha, teatro di uno dei peggiori massacri della guerra. Nonostante il conflitto, oggi Jeven cresce accanto alla sua famiglia, ma vive in un paese devastato dalle violenze. Il bilancio delle vittime civili è ormai di decine di migliaia, compresi quasi 700 bambini. Le truppe di entrambi gli schieramenti hanno subito pesanti perdite, e i feriti, gli sfollati, i soldati imprigionati e i civili torturati rappresentano solo una parte dell'immenso dolore causato da questo conflitto.
La guerra ha lasciato segni profondi in entrambi i popoli: il popolo russo, intrappolato nel delirio di un leader, e il popolo ucraino, che resiste, si organizza e combatte. Dopo i primi successi, l'avanzata russa si è fermata anche grazie al supporto di armi e finanziamenti forniti dall'Occidente. Tuttavia, la Russia è riuscita a prendere il controllo di città come Mariupol e ampie porzioni dell'est dell'Ucraina, dove sono stati organizzati referendum farsa per l'annessione, in maniera simile a quanto accaduto in Crimea dieci anni fa.

Guerra e Negoziati Falliti

Questa guerra è una combinazione di numerosi conflitti: guerre fratricide, divisioni religiose nell'ortodossia, interventi di mercenari e liquidazioni di dissidenti e disertori. La diplomazia ha fallito ripetutamente, con negoziati abortiti tra le parti e tentativi di mediazione da parte di leader internazionali come Erdogan e Papa Francesco. Il giovane padre russo Denis, che fuggì in Georgia durante i primi mesi del conflitto, definì la guerra come "stupida" e inutile per uccidere il proprio fratello. Ma la guerra continua a essere alimentata dagli interessi economici di molti, rendendo difficile trovare una via d'uscita.

Conclusioni: Mille Giorni di Dolore e Speranza

Mille giorni di guerra hanno portato morte, distruzione e traumi in Ucraina e in Russia. Migliaia di vite sono state spezzate, e due popoli vivono le conseguenze devastanti di un conflitto che sembra non avere fine. Mentre i leader politici parlano di pace, la realtà sul campo è ben diversa, con il dolore quotidiano di civili e soldati, vittime di una guerra che si protrae troppo a lungo. L'unica speranza è che, un giorno, prevalga la volontà di costruire un futuro di pace e di riconciliazione, lasciandosi alle spalle questa lunga e dolorosa fase della storia.

Di Gaetano

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