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Trump e le Sue Prospettive Geopolitiche: Cosa Aspettarsi dal Suo Nuovo Mandato?

Donald Trump è stato rieletto come 47° Presidente degli Stati Uniti, ottenendo un margine di vittoria che pochi avevano previsto. Ora, con un quadro internazionale profondamente mutato rispetto al suo primo mandato, ci si chiede quali saranno le sue prossime mosse in politica estera. In questo contesto, Trump gode di una situazione più favorevole rispetto al passato: questa volta ha dalla sua parte l'intero Congresso e, in parte, alcuni importanti apparati dello Stato profondo americano, come il Pentagono e la CIA.

I Limiti del Potere Presidenziale

Nonostante la vittoria elettorale e il supporto di alcune istituzioni, è importante ricordare che i poteri del Presidente degli Stati Uniti sono limitati. Trump ha imparato durante il suo primo mandato che molte delle sue idee e delle sue promesse non possono essere realizzate senza il sostegno del Congresso e degli apparati statali. I parlamentari repubblicani sostengono Trump solo finché il suo successo può portare vantaggi al partito, e questo limita ulteriormente la sua libertà d'azione.
Un elemento di novità in questo mandato è la collaborazione con Elon Musk, il miliardario di origini sudafricane. Musk, noto per il suo coinvolgimento in progetti tecnologici innovativi come SpaceX e Starlink, si è avvicinato a Trump, partecipando attivamente alla campagna elettorale. Musk ha un rapporto complicato con gli apparati statali, in particolare con il Pentagono, e sembra cercare una maggiore protezione politica entrando nell'arena pubblica. Questa collaborazione potrebbe avere implicazioni significative, soprattutto per quanto riguarda i tagli alla spesa pubblica e la riorganizzazione degli apparati statali, ritenuti da Trump poco fedeli e inefficaci.

La Relazione con la Russia e la Guerra in Ucraina

Uno dei temi più discussi è la relazione tra Trump e la Russia, in particolare in relazione alla guerra in Ucraina. Durante il suo primo mandato, Trump aveva cercato di migliorare i rapporti con la Russia, ma aveva incontrato una forte opposizione interna e aveva subito anche un impeachment per le sue presunte relazioni con Mosca. Ora, la situazione sembra essere cambiata: una parte degli apparati statali, in particolare il Pentagono e la CIA, sembra disposta a gestire un dialogo con la Russia, cercando di trovare una soluzione al conflitto in Ucraina.
Trump ha promesso di porre fine rapidamente alle ostilità in Ucraina, costringendo le parti al tavolo delle trattative. Tuttavia, la realizzazione di questa promessa dipenderà più dagli apparati statali che da Trump stesso. La volontà di congelare il conflitto potrebbe essere legata a una strategia più ampia volta a staccare la Russia dalla Cina, ma è improbabile che Trump abbia un ruolo diretto in questa operazione. Piuttosto, egli potrebbe cercare di intestarsi il merito di eventuali progressi nel dialogo con la Russia, sfruttando la situazione per consolidare il suo consenso interno.

Il Rapporto con l'Unione Europea e il Medio Oriente

Le relazioni tra gli Stati Uniti e l'Unione Europea potrebbero subire un cambiamento significativo sotto la presidenza di Trump. Gli Stati Uniti, infatti, nutrono una certa frustrazione nei confronti degli alleati europei, considerati "mollaccioni" e incapaci di sostenere il proprio peso nelle questioni di sicurezza e difesa. Questa visione è condivisa anche dal Congresso, e potrebbe portare a pressioni economiche sull'Europa, come l'imposizione di dazi o la richiesta di un maggiore contributo alle spese per la difesa.
Per quanto riguarda il Medio Oriente, la posizione di Trump appare chiara: egli intende mantenere un sostegno incondizionato a Israele, con una retorica fortemente anti-iraniana. Tuttavia, le azioni concrete degli Stati Uniti nella regione non cambieranno significativamente. Gli apparati statali sono interessati a contenere l'Iran e a mantenere la stabilità nella regione, ma non hanno intenzione di perseguire un cambio di regime a Teheran, contrariamente a quanto potrebbe voler fare Trump. Inoltre, Trump potrebbe spingere per un eventuale bombardamento dei siti nucleari iraniani, ma anche su questo punto gli apparati sembrano più cauti.

La Sfida con la Cina

La Cina rappresenta la sfida strategica più importante per gli Stati Uniti, e anche in questo caso Trump ha già mostrato quali saranno le sue priorità. Durante la sua campagna elettorale, Trump ha spesso parlato dei suoi rapporti personali con i leader delle potenze rivali, come il presidente cinese Xi Jinping, enfatizzando l'importanza di un approccio diretto e personale nella gestione delle relazioni internazionali.
Tuttavia, il vero campo di battaglia tra Stati Uniti e Cina sarà quello commerciale. Trump ha già utilizzato i dazi come strumento per colpire il surplus commerciale cinese e limitare l'ascesa economica della Cina, e sembra intenzionato a continuare su questa strada. L'obiettivo non è tanto quello di riportare la manifattura negli Stati Uniti, ma piuttosto quello di impedire alla Cina di utilizzare le proprie risorse economiche per potenziare il proprio settore militare e tecnologico. Questa politica è condivisa anche dagli apparati statali e dal Congresso, e quindi non ci saranno grandi cambiamenti rispetto all'amministrazione precedente.

Conclusioni

Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca apre un nuovo capitolo nella storia degli Stati Uniti e della geopolitica mondiale. Nonostante il sostegno del Congresso e di parte degli apparati statali, i limiti del potere presidenziale rimangono significativi, e molte delle sue promesse dipenderanno dalla collaborazione con altri attori politici e istituzionali.
Le relazioni con Russia, Cina, Unione Europea e Medio Oriente saranno al centro della sua agenda, con l'obiettivo di rafforzare la posizione degli Stati Uniti nel mondo e di difendere gli interessi nazionali. Tuttavia, il successo di queste politiche dipenderà dalla capacità di Trump di navigare tra le complessità del sistema politico americano e di ottenere il sostegno necessario per realizzare le sue ambizioni.

Di Gaetano

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