Trump e il Mondo che Verrà
Con la rielezione di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti, il mondo politico si trova a dover analizzare le possibili conseguenze per gli Stati Uniti, l'Europa e l'intero scenario internazionale. Giacomo Gabellini, scrittore e ricercatore, ha offerto una riflessione approfondita sugli scenari post-elettorali e sulle dinamiche che potrebbero influenzare l'equilibrio geopolitico globale.
Un Confronto con la Prima Elezione di Trump
Durante il suo primo mandato, Trump ha affrontato numerose difficoltà interne nel formare un governo stabile. Ha dovuto rimuovere vari collaboratori chiave, come il generale Flynn e l'ex segretario di Stato Rex Tillerson, che hanno dimostrato una mancanza di affinità con le sue politiche. Trump ha anche criticato personaggi come John Bolton e Liz Cheney, evidenziando divergenze profonde all'interno del suo stesso partito. In questi otto anni, però, Trump e i suoi collaboratori hanno lavorato per formare una struttura di sostegno più solida, capace di sostenere la sua visione politica.
Conflitto tra Stati Federali e Governo Centrale
Negli Stati Uniti, la tensione tra il governo federale e i singoli stati federali è tornata alla ribalta, con stati come il Texas che hanno rivendicato maggiore autonomia rispetto alla gestione dei confini e delle ondate di immigrazione. Questa dialettica conflittuale risale addirittura alla Guerra di Secessione e si è ripresentata quando il Texas ha minacciato di agire autonomamente per difendere i propri confini, ottenendo l'appoggio di ben 25 governatori di altri stati federali. Questo fenomeno mette in luce la complessità del sistema federativo americano e l'importanza di mantenere un equilibrio tra le esigenze locali e quelle nazionali.
La Base Elettorale di Trump: I Perdenti della Globalizzazione
La vittoria di Trump può essere letta come una risposta dei cosiddetti "perdenti della globalizzazione", coloro che vivono nel centro e nel sud-est degli Stati Uniti, territori tradizionalmente legati all'economia tradizionale e all'agricoltura. Queste aree hanno sofferto la delocalizzazione delle attività produttive e la deindustrializzazione, che hanno portato alla rovina città come Detroit, un tempo fulcro dell'industria automobilistica. Al contrario, le zone più ricche come la West Coast e il New England hanno prosperato grazie all'alta tecnologia e alla finanza, identificandosi con il Partito Democratico. Trump si è presentato come il difensore di questa classe media impoverita, promettendo una reindustrializzazione del paese.
Reindustrializzazione e Politiche Fiscali
Trump ha tentato di portare avanti una riforma fiscale con il Tax Cuts and Jobs Act, una delle più radicali dagli anni '20, per incentivare il ritorno delle attività produttive negli Stati Uniti. Anche se l'obiettivo di riportare aziende come Tesla dalla Cina agli Stati Uniti non è stato pienamente raggiunto, l'intento di rilanciare la produzione interna è rimasto centrale nelle sue politiche. L'amministrazione Biden ha continuato su questa strada, implementando l'Inflation Reduction Act, che prevede sussidi e incentivi fiscali per attrarre investimenti nel paese.
Le Relazioni con la Cina e la Russia
Durante il suo primo mandato, Trump ha adottato una politica di scontro frontale con la Cina, imponendo dazi e sanzioni per limitare il trasferimento di tecnologie. Tuttavia, l'industria cinese ha continuato a crescere, diventando un punto di riferimento mondiale in vari settori, come l'elettronica e l'informatica. La strategia di Trump potrebbe ora cercare un accomodamento con la Cina, con l'obiettivo di riequilibrare le relazioni commerciali. Sul fronte russo, Trump ha spesso manifestato il desiderio di un riavvicinamento con la Russia, vedendola come un potenziale alleato contro la Cina, un approccio diverso rispetto a quello dell'amministrazione democratica.
L'Europa nel Mirino di Trump
Per Trump, l'Unione Europea rappresenta un altro ostacolo da affrontare. Ha più volte criticato i paesi europei per i loro enormi avanzi commerciali nei confronti degli Stati Uniti, definendoli tanto problematici quanto la Cina. Trump potrebbe spingere per un riequilibrio della bilancia commerciale con l'Europa, puntando soprattutto sulla Germania, già in difficoltà a causa della crisi di governo e della contrazione della produzione industriale. Questa politica potrebbe avere un impatto significativo sull'economia europea, mettendo alla prova la capacità dell'Europa di affrontare nuove sfide in autonomia.
La Questione Mediorientale e Israele
Secondo Gabellini, la questione Israele non è una questione di politica estera per gli Stati Uniti, ma una questione di politica interna. L'Israeli Lobby ha un'influenza talmente radicata nella politica americana che, indipendentemente dal presidente in carica, il sostegno a Israele rimane invariato. Le azioni dell'amministrazione democratica uscente non hanno limitato le politiche di Netanyahu, e lo stesso accadrà sotto Trump. La continuità del sostegno economico e militare a Israele non subirà cambiamenti significativi.
Conclusioni: Un Mondo in Evoluzione
La rielezione di Trump apre a nuovi scenari sia a livello interno che internazionale. La sua visione politica, caratterizzata da un ritorno alla produzione interna, un tentativo di riavvicinamento con la Russia e una maggiore pressione sull'Europa per riequilibrare i rapporti commerciali, riflette una strategia volta a riportare gli Stati Uniti al centro della scena mondiale. Tuttavia, le sfide interne, come la tensione tra il governo federale e gli stati e le divisioni profonde nella società americana, rappresentano un ostacolo significativo. Il futuro degli Stati Uniti, sotto la guida di Trump, sarà segnato da una continua lotta per mantenere il proprio ruolo egemonico in un contesto internazionale sempre più complesso.