• 0 commenti

Test antidroga alla guida: le novità del Codice della Strada 2024

Con l'entrata in vigore della recente riforma del Codice della Strada, dal 14 dicembre 2024 sono state introdotte importanti novità in materia di controlli antidroga per i conducenti. Tra queste, spicca il nuovo test antidroga preliminare, che sta già sollevando numerose polemiche. Questo test, eseguibile anche senza motivo valido, si configura come uno strumento di controllo immediato che, però, pone dubbi sulla sua applicazione e sulle possibili implicazioni per gli automobilisti.

Le tre modalità di accertamento

Il nuovo articolo 1887 del Codice della Strada prevede tre modalità per verificare l'assunzione di sostanze stupefacenti da parte dei conducenti:

  1. Test precursore: simile all'etilometro, è un controllo rapido effettuato con dispositivi portatili. Può essere eseguito anche senza alcun motivo specifico, ad esempio all'uscita di una discoteca, anche in assenza di sintomi di alterazione psicofisica. Tuttavia, l'esito positivo di questo test non è sufficiente per l'incriminazione penale.

  2. Test salivare: viene eseguito solo se il test precursore risulta positivo o in presenza di un valido motivo. Questo test consente di verificare con maggiore accuratezza la presenza di droghe nell'organismo.

  3. Prelievo di liquidi biologici (sangue e urine): è effettuato in caso di impossibilità di eseguire il test salivare o se quest'ultimo conferma l'esito positivo del test precursore. Anche in questo caso, è richiesto un valido motivo per procedere.

Un sistema che solleva perplessità

La vera novità risiede nella possibilità di sottoporre i conducenti al test precursore senza alcun motivo valido. Questo ha fatto emergere il rischio di abusi: un esito positivo, che può essere causato anche dall'assunzione di farmaci o droghe leggere nei giorni precedenti, diventa automaticamente un motivo valido per procedere con accertamenti più invasivi, come il test salivare o il prelievo di sangue.
Questo approccio ha fatto sorgere preoccupazioni per possibili violazioni della privacy e per il rischio di sanzioni ingiuste, specialmente in assenza di un reale sospetto di alterazione psicofisica. In sostanza, il test precursore potrebbe diventare una sorta di "trappola legale" per i conducenti, ponendo questioni di legittimità e proporzionalità.

Le sanzioni previste

Il rifiuto di sottoporsi al test precursore è equiparato al rifiuto dell'etilometro e comporta gravi conseguenze:

  • Ammenda;

  • Arresto;

  • Sospensione della patente;

  • Confisca del veicolo;

  • Revoca della patente per almeno 3 anni.

Se il test precursore è positivo ma il test salivare o il prelievo di liquidi biologici risultano negativi, non ci sono conseguenze penali. Tuttavia, la patente può essere sospesa in via cautelare in attesa dei risultati definitivi.

Obbligatorietà e implicazioni

Nel caso in cui il test precursore risulti positivo, il test salivare diventa obbligatorio. Rifiutarsi di sottoporsi equivale a una sorta di "confessione di colpevolezza" e comporta le stesse sanzioni previste per la guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Questo sistema mira a rendere più severi i controlli, ma solleva interrogativi sull'equilibrio tra esigenze di sicurezza stradale e diritti individuali.

Conclusioni

La riforma del Codice della Strada introduce un sistema di controllo più stringente per contrastare la guida sotto l'effetto di droghe. Tuttavia, l'applicazione del test precursore senza motivo valido rappresenta un cambiamento significativo, che potrebbe portare a contestazioni per abusi o sanzioni ingiuste. Per i conducenti, diventa fondamentale essere consapevoli dei propri diritti e delle nuove regole per evitare situazioni spiacevoli. La sicurezza stradale è una priorità, ma deve essere sempre bilanciata con il rispetto delle libertà individuali.

Di Gaetano

Lascia il tuo commento