Steatosi epatica metabolica: il legame invisibile con le malattie cardiovascolari che devi conoscere
Negli ultimi anni, la steatosi epatica metabolica (MASLD), conosciuta fino a poco tempo fa come steatosi epatica non alcolica (NAFLD), è diventata un tema centrale nel campo delle malattie metaboliche. Questa condizione, che colpisce circa il 25% della popolazione mondiale, non è solo una problematica epatica, ma è strettamente collegata a un aumento del rischio di sviluppare malattie cardiovascolari (CVD), che rappresentano la principale causa di morte nei pazienti affetti da MASLD.
Cosa è la MASLD?
La MASLD si manifesta come un accumulo di grasso nelle cellule epatiche in assenza di un consumo eccessivo di alcol. Questo grasso in eccesso può causare infiammazione e danni al fegato, evolvendo in steatoepatite metabolica (MASH), fibrosi e, nei casi più gravi, cirrosi o carcinoma epatocellulare. Recentemente, la comunità medica ha riconosciuto la MASLD come una patologia sistemica che non coinvolge solo il fegato, ma che ha profonde implicazioni su tutto il corpo, in particolare sul cuore.
Meccanismi che collegano la MASLD alle malattie cardiovascolari
I pazienti con MASLD presentano un rischio significativamente più alto di sviluppare malattie cardiovascolari rispetto al rischio di mortalità per cause legate al fegato. Questo perché i meccanismi che regolano la MASLD, come la resistenza all'insulina, lo stress ossidativo e l'infiammazione sistemica, sono gli stessi che alimentano l'insorgenza di patologie cardiovascolari.
Resistenza all'insulina (IR): La IR, tipica dei pazienti affetti da MASLD, compromette la capacità dell'organismo di gestire correttamente il glucosio, causando dislipidemia (alterazioni nei livelli di grassi nel sangue), e promuovendo l'accumulo di grassi nel fegato e nelle arterie. Questo processo contribuisce alla formazione di placche aterosclerotiche, aumentando il rischio di infarto o ictus.
Infiammazione: L'infiammazione cronica è un altro attore chiave. Nei pazienti con MASLD, si verifica un aumento dei livelli di citochine infiammatorie come TNF-α e IL-6, che accelerano il processo aterosclerotico e compromettono la funzionalità delle arterie.
Stress ossidativo: L'eccesso di grasso nel fegato aumenta la produzione di specie reattive dell'ossigeno (ROS), che danneggiano le cellule epatiche e vascolari, promuovendo la rigidità delle arterie e aumentando il rischio di ipertensione e insufficienza cardiaca.
Diagnosi e monitoraggio
Uno degli aspetti più complessi è il monitoraggio del rischio cardiovascolare nei pazienti con MASLD. Sebbene tradizionalmente la diagnosi di MASLD venisse effettuata tramite biopsia epatica, oggi sono disponibili tecniche non invasive come l'elastografia transiente (TE) e la risonanza magnetica elastografica (MRE), che permettono di valutare la rigidità epatica, un indicatore della gravità della fibrosi. Queste tecniche possono anche fornire informazioni utili sul rischio di malattie cardiovascolari, integrando così le tradizionali valutazioni del rischio cardiaco.
Inoltre, l'utilizzo di biomarcatori come l'indice di fibrosi (FIB-4) e il NAFLD Fibrosis Score (NFS) permette di stimare la gravità della fibrosi e il rischio di complicazioni cardiovascolari in modo più efficiente rispetto alle sole misurazioni lipidiche o glicemiche.
Strategie di prevenzione e trattamento
Affrontare la MASLD richiede un approccio multifattoriale, che comprenda sia modifiche dello stile di vita che interventi farmacologici. Una dieta sana, in particolare la dieta mediterranea, insieme all'esercizio fisico regolare, rappresenta il primo passo per ridurre il grasso epatico e migliorare i parametri metabolici. Nei casi più gravi, possono essere prescritti farmaci come gli agonisti del recettore GLP-1 o gli inibitori del SGLT2, che hanno dimostrato di migliorare la funzionalità epatica e ridurre il rischio cardiovascolare.
Conclusioni
La MASLD non è più solo una malattia del fegato, ma una condizione sistemica con gravi implicazioni cardiovascolari. È fondamentale che i pazienti affetti da MASLD siano consapevoli del rischio aggiuntivo per il loro cuore e che si adottino strategie di prevenzione mirate. Solo con una gestione integrata della salute epatica e cardiovascolare sarà possibile migliorare la prognosi e ridurre i rischi associati a questa condizione.
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