Sostituire il cuore con trapianti e pompe meccaniche artificiali, i progressi della scienza
In realtà i primi modelli di "cuore artificiale" sono stati messi a punto già a metà degli anni '90, e si trattava di dispositivi meccanici di assistenza ventricolare. Il loro impiego permette di far circolare il sangue in tutto l'organismo, e vi si ricorre in casi gravi come sistema ponte quando si è in attesa di un organo compatibile, oppure anche come soluzione definitiva. Dati statistici emersi dal Centro Nazionale Trapianti rivelano che tra il 2010 ed il 2012 sono stati impiantati ben 235 cuori artificiali in 18 diverse strutture ospedaliere.
Questa invenzione permette ai malati di riguadagnare autonomia nella vita di tutti i giorni e di svolgere un po' di attività fisica (giusto a livello amatoriale), ma è una tecnologia che presenta anch'essa i suoi difetti: il sistema di pompaggio meccanico deve dipendere da una qualche fonte di energia elettrica che lo alimenti; non si deve inoltre immergersi in acqua con tale dispositivo; sono necessarie attenzioni come cambio e/o ricarica delle batterie; bisogna saper riconoscere i segnali d'allarme. Infine è d'obbligo seguire con scrupolo una terapia farmacologica anticoagulante, sottoponendosi a controlli periodici.