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Smartphone nemici della scrittura? Come convivere con la tecnologia a scuola

Con l'avvento degli smartphone e la loro diffusione tra i più giovani, molti si sono chiesti se questi strumenti digitali potessero essere un ostacolo per lo sviluppo di abilità fondamentali come la scrittura. Il professor Simone Di Gennaro, pedagogista e educatore presso l'Università di Cassino e del Lazio meridionale, ci fornisce un quadro più chiaro sulla convivenza tra penna e cellulare, basandosi anche sui risultati di una ricerca condotta sulla generazione Alfa.

La generazione Alfa e l'uso dei social

La ricerca condotta dal professor Di Gennaro e il suo team si è concentrata sui ragazzi e ragazze nati dopo il 2010, una generazione cresciuta in un mondo completamente digitale. Questi giovani, spesso già in possesso di uno smartphone a 9-10 anni, mostrano una grande familiarità con la tecnologia, soprattutto con i social media come TikTok e YouTube. Tuttavia, l'uso che fanno di questi strumenti è spesso passivo, limitandosi a consumare contenuti brevi come video di intrattenimento o di carattere divulgativo.
Uno degli aspetti chiave analizzati nella ricerca è stato l'effetto che l'uso dei social ha sull'intelligenza emotiva e sull'immagine corporea dei ragazzi. Contrariamente a ciò che spesso si dice, la generazione Alfa mostra un'intelligenza emotiva paragonabile a quella delle generazioni precedenti. I problemi sorgono solo quando l'uso dei social media supera una certa soglia, portando a conseguenze negative come bassa autostima e insoddisfazione riguardo il proprio aspetto fisico.

Il dilemma dell'uso degli strumenti digitali

Una delle discussioni più accese riguarda l'opportunità di limitare l'uso degli smartphone tra i più giovani. Recentemente, il ministro Valditara ha proposto di vietare l'uso di dispositivi digitali personali fino alla scuola secondaria di primo grado. Su questo punto, il professor Di Gennaro esprime una chiara opposizione.
Secondo lui, vietare l'uso degli smartphone a scuola significa perdere l'opportunità di insegnare ai ragazzi a gestire correttamente questi strumenti. La scuola, infatti, dovrebbe essere il luogo dove i giovani imparano a sfruttare la tecnologia in modo positivo e responsabile. Di Gennaro immagina una scuola dove il cellulare convive con il quaderno e la penna, senza creare una contraddizione. Gli strumenti digitali non devono essere visti come nemici della scrittura, ma piuttosto come risorse aggiuntive per migliorare l'apprendimento.

La questione della petizione contro gli smartphone

Un'altra iniziativa recente è stata la petizione lanciata da alcuni esperti in ambito educativo, tra cui Daniele Noar e Alberto Pellai, per vietare l'uso di smartphone personali al di sotto dei 14 anni e l'accesso ai social media prima dei 16. Sebbene il professor Di Gennaro riconosca l'importanza di mantenere alta l'attenzione su questi temi, ritiene che questa petizione rappresenti una "causa persa".
Il motivo è semplice: i ragazzi oggi hanno accesso ai social attraverso una varietà di dispositivi, non solo lo smartphone. Tablet, console di gioco e smart TV consentono l'accesso alle stesse piattaforme, rendendo inutile il tentativo di limitare solo l'uso degli smartphone. Di Gennaro sottolinea che l'obiettivo non dovrebbe essere impedire l'accesso alla tecnologia, ma piuttosto insegnare ai giovani a sfruttarla in modo sano ed equilibrato.

Educare attraverso la tecnologia

La vera sfida, secondo il professor Di Gennaro, non è vietare l'uso degli strumenti digitali, ma trovare il modo di integrarli nei processi educativi. La tecnologia offre infatti enormi opportunità per sostenere la crescita delle nuove generazioni, ma deve essere utilizzata con consapevolezza. Invece di vedere gli smartphone e i social media come minacce, dovremmo concentrarci su come renderli alleati nello sviluppo educativo.

Un approccio generazionale al cambiamento

Infine, Di Gennaro invita a riflettere su un aspetto importante: il conflitto generazionale. Spesso le vecchie generazioni tendono a vedere i cambiamenti introdotti dalla tecnologia come una minaccia al mondo che conoscono. Tuttavia, il progresso tecnologico non può essere fermato, e il futuro dipende dalla nostra capacità di costruire nuove alleanze educative tra generazioni. Accettare che i giovani stanno costruendo un mondo diverso è il primo passo per guidarli in modo positivo verso un uso consapevole della tecnologia.

Di Gaetano

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