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Le Scomode Verità su Libano, Gaza e Ucraina

Viviamo in un mondo dove le guerre e i conflitti sono spesso raccontati con una narrazione ben precisa, una narrazione che tende a giustificare interventi militari e a dipingere chi si oppone come un nemico della democrazia. Libano, Gaza e Ucraina sono esempi recenti di come il racconto ufficiale possa distorcere la realtà, creando una divisione tra il bene e il male assoluto. Ma la verità, come sempre, è molto più complessa.

La Guerra al Terrore: Una Scusa per il Potere

Il concetto di guerra al terrore è stato introdotto dopo l'attentato dell'11 settembre 2001. Da quel momento, è iniziata una lunga serie di conflitti giustificati dalla lotta contro il terrorismo internazionale. Ma ciò che è stato nascosto è il vero motivo di queste guerre: interessi geopolitici, economici e la volontà di rafforzare il potere di alcuni stati. L'invasione dell'Afghanistan e successivamente dell'Iraq ne sono esempi lampanti. La presenza di armi di distruzione di massa in Iraq era una menzogna, un pretesto per giustificare una guerra devastante.

Il Complesso Militare-Industriale

Dietro queste guerre c'è spesso il cosiddetto complesso militare-industriale, un sistema di potere che unisce industrie di armamenti, politici e servizi segreti. Questo complesso è più potente della stessa politica, come avvertì il presidente americano Eisenhower nel 1962. La guerra in Afghanistan, durata vent'anni, ha arricchito le industrie di armamenti e impoverito milioni di civili innocenti.

La Criminalizzazione del Dissenso

Durante questi conflitti, chiunque abbia osato mettere in dubbio la narrativa ufficiale è stato etichettato come nemico della libertà o sostenitore del terrorismo. Questo schema si è ripetuto in Libia, Siria, Iraq e ora in Ucraina. Chi si oppone alla narrativa dominante viene bollato come filo-putiniano o come simpatizzante del regime di turno. La verità, però, è che la lotta al terrorismo è spesso solo una scusa per perpetuare l'occupazione e il controllo su altri paesi.

Israele e la Questione Palestinese

Nel caso di Israele e Palestina, la narrazione è sempre stata quella del piccolo stato democratico che deve difendersi dai terroristi. Tuttavia, Israele ha continuato a praticare un terrorismo di stato, con bombardamenti sui campi profughi in Libano e Gaza, massacrando civili e giustificando tutto come lotta al terrorismo. Chi sostiene i diritti dei palestinesi viene etichettato come antisemita, ma la realtà è che il popolo palestinese vive sotto occupazione e privato di diritti fondamentali.

La Guerra in Ucraina: La Manipolazione delle Informazioni

Anche la guerra in Ucraina è un esempio di manipolazione mediatica. Si è parlato di una guerra per difendere la democrazia, ma in realtà gli interessi sono ben diversi. Gli Stati Uniti e altri paesi occidentali hanno alimentato il conflitto per indebolire la Russia e mantenere il loro controllo geopolitico. Le sanzioni imposte alla Russia non hanno avuto l'effetto desiderato, e ciò che ne ha risentito maggiormente è stata l'Europa, con la Germania in particolare che ha subito gravi conseguenze economiche.

Il Ruolo dei Media

I media occidentali hanno un ruolo fondamentale nel sostenere queste narrazioni. La loro scorta mediatica permette a Israele e ad altri stati di perpetrare crimini senza che la pubblica opinione si indigni. Le notizie vengono selezionate e manipolate per far apparire i conflitti come giusti, quando in realtà nascondono interessi economici e di potere. La guerra diventa uno strumento per arricchire pochi, mentre milioni di persone ne pagano le conseguenze.

Conclusione: L'Importanza della Controinformazione

Ognuno di noi ha il dovere di trasformarsi in un piccolo mezzo di informazione, di approfondire le notizie, di cercare la verità dietro la narrazione dominante. Solo così possiamo sperare di cambiare la situazione e di fermare la manipolazione che ci viene imposta. Non possiamo ignorare le ingiustizie, non possiamo accettare che i bambini palestinesi continuino a morire senza che il mondo si indigni. La verità è scomoda, ma è il nostro dovere raccontarla.

Di Gaetano

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