Ruolo del recettore PAR2 nelle malattie dermatologiche infiammatorie e autoimmuni
Il recettore attivato da proteasi 2 (PAR2) è un recettore presente sulla superficie cellulare, espresso in vari tipi di cellule, tra cui cheratinociti, neuroni, e cellule immunitarie e infiammatorie. La sua attivazione, attraverso percorsi canonici o non canonici, innesca una serie di segnali intracellulari che svolgono diverse funzioni. Questo recettore gioca un ruolo fondamentale in condizioni cutanee come la dermatite atopica (AD), la psoriasi, la vitiligine e il melasma. Inoltre, il PAR2 può influenzare comorbidità cutanee ed extracutanee, rendendolo un potenziale bersaglio per la comunicazione tra diverse cellule all'interno dell'ambiente cutaneo.
Attivazione e segnalazione di PAR2
Il PAR2 viene attivato principalmente attraverso la scissione proteolitica, un processo noto come "attivazione canonica". In questa attivazione, proteasi come la tripsina o la triptasi scindono il recettore in specifici siti extracellulari, generando un ligando che si lega al recettore stesso e avvia una serie di cambiamenti conformazionali che attivano segnali intracellulari. Esistono anche attivazioni "non canoniche", in cui proteasi diverse scindono il recettore in siti alternativi, attivando percorsi di segnalazione distinti.
Le proteasi che attivano il PAR2 provengono da fonti endogene (come le triptasi dei mastociti e i peptidasi correlati alla kallikreina - KLKs) ed esogene (come batteri o acari della polvere). Una volta attivato, il PAR2 innesca percorsi di segnalazione che coinvolgono vari mediatori intracellulari, tra cui il calcio, e regola la produzione di citochine e la risposta immunitaria.
Ruolo del PAR2 nelle malattie dermatologiche
Dermatite Atopica (AD): Il PAR2 è altamente espresso nei cheratinociti e nelle fibre nervose nei pazienti con AD. La sua attivazione facilita il rilascio di citochine Th2, intensificando l'infiammazione e stimolando il prurito attraverso la comunicazione neuro-immunitaria. Alcuni studi hanno evidenziato che antagonisti del PAR2, come PZ-235, possono ridurre significativamente i sintomi della AD, inclusa l'infiammazione e il prurito.
Psoriasi: Nei pazienti con psoriasi, il livello di espressione del PAR2 varia a seconda delle cellule coinvolte. In particolare, nei mastociti è stato osservato un aumento dell'espressione del PAR2, che contribuisce all'aumento di citochine infiammatorie come IL-8. L'intervento terapeutico mirato all'inibizione del PAR2 potrebbe rappresentare una strategia promettente per ridurre l'infiammazione e il prurito associati alla psoriasi.
Vitiligine: Nella vitiligine, il PAR2 è significativamente ridotto nelle lesioni depigmentate, suggerendo un ruolo cruciale nella regolazione del trasferimento dei melanosomi tra cheratinociti e melanociti. La riduzione del PAR2 può alterare la funzione dei cheratinociti, contribuendo al mantenimento delle macchie bianche tipiche della malattia.
Melasma: Nel melasma, il PAR2 sembra essere coinvolto nella regolazione della sintesi della melanina e nel trasferimento dei melanosomi ai cheratinociti. L'espressione del PAR2 è aumentata in presenza di radiazioni UV, e la sua attivazione contribuisce a promuovere la pigmentazione irregolare caratteristica di questa condizione.
Implicazioni terapeutiche
Il ruolo complesso del PAR2 nelle diverse condizioni dermatologiche suggerisce che potrebbe essere un target terapeutico di grande interesse. Antagonisti del PAR2 sono in fase di studio per diverse patologie, con promettenti risultati sperimentali nel ridurre i sintomi infiammatori e nel migliorare la qualità della pelle nei pazienti con dermatite atopica e altre malattie autoimmuni cutanee. La ricerca futura potrebbe concentrarsi sullo sviluppo di terapie che sfruttino la capacità del PAR2 di mediare la comunicazione tra cellule immunitarie, neuroni e cheratinociti per trattare condizioni infiammatorie croniche.
Conclusioni
Il recettore PAR2 svolge un ruolo centrale nella regolazione dei processi infiammatori e autoimmuni nella pelle, facilitando la comunicazione tra diverse popolazioni cellulari. La sua modulazione potrebbe offrire nuove opportunità terapeutiche per migliorare la gestione delle malattie dermatologiche caratterizzate da infiammazione cronica e disfunzione della barriera cutanea.
FONTE