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Riduzione dell'uso di oppioidi nei pazienti con dolore cronico non oncologico: Interventi in contesti di assistenza primaria

Negli ultimi anni, l'uso degli oppiacei per il trattamento del dolore cronico non oncologico ("CNCP") è aumentato significativamente in diversi paesi, tra cui gli Stati Uniti e il Regno Unito. Gli oppiacei sono comunemente prescritti per gestire il dolore acuto, il dolore oncologico e per le cure palliative, ma l'evidenza sull'efficacia a lungo termine di questi farmaci nel trattamento del dolore cronico è limitata e gli effetti collaterali potenzialmente gravi, come la depressione respiratoria e il rischio di dipendenza e abuso, sono ben documentati.

Obiettivo degli interventi per ridurre l'uso di oppioidi

Gli interventi educativi e le strategie comportamentali si sono dimostrati utili per ridurre il dosaggio di oppiacei nei pazienti con CNCP. Questi interventi mirano a ridurre l'uso degli oppioidi, fornendo ai pazienti strumenti alternativi per la gestione del dolore e riducendo i rischi associati all'uso a lungo termine. Uno degli approcci più efficaci è stato l'utilizzo della Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT), che ha mostrato buoni risultati nell'aiutare i pazienti a sviluppare tecniche di coping e a ridurre la dipendenza dai farmaci.

Tecniche di riduzione del dosaggio

Gli studi hanno evidenziato che gli interventi basati su tecniche come la mindfulness e la CBT possono essere più efficaci della sola assistenza standard per ridurre il dosaggio di oppioidi. Ad esempio, il protocollo MORE (Mindfulness-Oriented Recovery Enhancement) ha mostrato una riduzione significativa del dosaggio giornaliero di morfina equivalente nei pazienti che seguono la terapia. La mindfulness aiuta i pazienti a gestire meglio il dolore e riduce l'uso dei farmaci attraverso la consapevolezza e la regolazione emotiva.
Anche gli approcci multimodali che combinano CBT, educazione del paziente, agopuntura e esercizio fisico hanno dimostrato di essere efficaci. Gli interventi multimodali sono spesso implementati da un team multidisciplinare composto da medici, infermieri, psicologi e farmacisti. Questi programmi integrano diverse componenti che includono l'educazione sul dolore, la riduzione graduale degli oppiacei e tecniche di gestione dello stress.

Risultati degli studi

Gli studi inclusi nella revisione sistematica hanno mostrato che i pazienti che hanno seguito interventi basati sulla CBT o sulla mindfulness hanno ridotto significativamente il loro dosaggio di oppioidi rispetto a quelli che hanno ricevuto solo cure standard. In particolare, la riduzione media del dosaggio di oppioidi è stata di circa -28,63 mg/giorno nei gruppi di intervento rispetto ai controlli. Tuttavia, non sono state osservate differenze significative nella cessazione totale degli oppioidi o nella riduzione della severità del dolore.
Un altro aspetto importante emerso dagli studi riguarda gli effetti collaterali associati alla riduzione degli oppioidi. Alcuni pazienti hanno riportato sintomi di astinenza, aumento del dolore e ansia durante il processo di riduzione del dosaggio. Questo evidenzia l'importanza di monitorare attentamente i pazienti durante il percorso di riduzione per minimizzare i potenziali effetti negativi e garantire un supporto adeguato.

Conclusioni

L'integrazione di strategie comportamentali e multidisciplinari nella gestione del dolore cronico non oncologico offre un approccio promettente per ridurre l'uso di oppioidi e migliorare la qualità della vita dei pazienti. Sebbene ci siano ancora sfide, come la gestione dei sintomi di astinenza e l'accesso limitato alle cure multimodali, i risultati suggeriscono che la combinazione di tecniche di mindfulness, CBT, e supporto educativo può contribuire in modo significativo alla riduzione della dipendenza dagli oppioidi. Ulteriori studi su larga scala con un follow-up prolungato sono necessari per consolidare queste evidenze e per migliorare l'implementazione di questi interventi nelle strutture di assistenza primaria.
FONTE

Di Gaetano

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