• 0 commenti

Ridurre l'inattività fisica nelle scuole: il potenziale delle pratiche corporee

L'inattività fisica è una delle principali preoccupazioni a livello globale, tanto che la World Health Organization (WHO) la considera una vera e propria pandemia, con impatti negativi sulla salute pubblica, in particolare tra i bambini e gli adolescenti. Le scuole sono state identificate come luoghi cruciali per intervenire su questo fenomeno, in quanto rappresentano spazi dove è possibile promuovere stili di vita attivi e sani tra le nuove generazioni.
Il concetto di pratiche corporee offre un nuovo approccio per affrontare l'inattività fisica in ambito scolastico. Questo concetto si differenzia dai modelli tradizionali, come quello biomedicale o quello sportivo per la salute, in quanto integra una visione più olistica del movimento, includendo anche dimensioni culturali, sociali e storiche.

L'importanza delle pratiche corporee

Le pratiche corporee includono un insieme diversificato di attività fisiche che vanno oltre lo sport competitivo. Si tratta di un concetto che abbraccia tutte le forme di movimento del corpo, che siano legate a espressioni culturali, artistiche o quotidiane. Esempi di pratiche corporee possono essere la danza, lo yoga, le arti marziali o anche attività più semplici come il camminare.
L'introduzione di queste pratiche nei contesti scolastici potrebbe rappresentare una strategia più inclusiva rispetto al tradizionale modello sportivo competitivo, che spesso esclude alcuni gruppi, come le ragazze o gli studenti meno propensi alla competizione. Invece, le pratiche corporee mirano a coinvolgere tutti gli studenti, rispettando i loro interessi personali e le loro differenze culturali.

Sfide e opportunità nel contesto scolastico

Nonostante le scuole rappresentino un luogo ideale per intervenire sull'inattività fisica, ci sono ancora molte sfide da affrontare. Alcune di queste sono legate a questioni infrastrutturali, come la mancanza di spazi adeguati per svolgere attività fisiche o la carenza di personale qualificato. Inoltre, in molti casi, le politiche scolastiche non promuovono attivamente la partecipazione ad attività fisiche al di fuori delle ore di educazione fisica.
Le ricerche evidenziano che le pratiche corporee potrebbero fornire un approccio alternativo alle lezioni tradizionali di educazione fisica, offrendo attività più variegate e adatte a diversi gruppi di studenti. L'integrazione di queste pratiche nella routine scolastica potrebbe anche migliorare il benessere psicologico degli studenti, riducendo l'ansia e migliorando le loro prestazioni cognitive.

Il ruolo delle politiche pubbliche

Per garantire il successo delle pratiche corporee nelle scuole, è fondamentale che vi sia un sostegno a livello di politiche pubbliche. Molte scuole, soprattutto quelle in contesti socio-economici svantaggiati, non hanno le risorse necessarie per implementare programmi di attività fisica efficaci. In questo contesto, le politiche educative e sanitarie dovrebbero collaborare per sviluppare programmi sostenibili che promuovano la salute fisica e mentale degli studenti.
Un esempio di buone pratiche è l'introduzione di programmi di mindfulness e yoga nelle scuole, che si sono dimostrati particolarmente efficaci nel migliorare il benessere emotivo degli studenti e nel ridurre i livelli di stress, specialmente in contesti difficili.

Conclusioni

La promozione delle pratiche corporee nelle scuole potrebbe rappresentare una soluzione innovativa per contrastare l'inattività fisica, con un impatto positivo non solo sul benessere fisico, ma anche su quello emotivo e sociale degli studenti. Perché questo avvenga, è necessario che scuole, insegnanti e istituzioni collaborino per sviluppare programmi integrati che tengano conto delle specificità culturali e sociali delle comunità scolastiche.
FONTE

Di Gaetano

Lascia il tuo commento