• 0 commenti

Relazioni tra salute cardiaca e cancro al seno

Il cancro al seno è la forma di tumore più diagnosticata al mondo, con circa 2,3 milioni di nuovi casi ogni anno. Grazie ai progressi nelle terapie e nella diagnosi precoce, il tasso di sopravvivenza a 5 anni è oggi superiore al 90%. Tuttavia, il prolungarsi della vita dei pazienti comporta anche una crescente attenzione agli effetti a lungo termine delle terapie oncologiche, in particolare ai danni cardiaci causati da alcune di queste. Questa condizione, nota come disfunzione cardiaca correlata alla terapia oncologica (CTRCD), si verifica in circa il 10% dei pazienti sottoposti a trattamenti cardiotossici.

Disfunzione cardiaca correlata alla terapia oncologica (CTRCD)

La CTRCD è una complicanza che può verificarsi durante o dopo il trattamento del cancro al seno. Questa disfunzione si manifesta con una riduzione della frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF), che indica una compromissione della capacità del cuore di pompare il sangue. I segni della CTRCD possono essere rilevati sia attraverso ecocardiografie tradizionali che con tecniche più avanzate come la risonanza magnetica cardiaca (CMR). La CMR, considerata lo standard di riferimento, permette di individuare cambiamenti subclinici, come infiammazione miocardica o alterazioni strutturali, prima che si manifestino sintomi evidenti.

L'importanza dell'esercizio fisico nella prevenzione dei danni cardiaci

Gli effetti cardiotossici delle terapie per il cancro al seno rappresentano una preoccupazione crescente, ma uno dei modi più promettenti per prevenire o ridurre questi danni è l''esercizio fisico strutturato. Studi recenti suggeriscono che l'attività fisica regolare non solo migliora la qualità della vita delle pazienti, ma ha anche un potenziale ruolo protettivo nei confronti del cuore. Il protocollo di studio chiamato Cardiac Health in Breast Cancer (CHiB) mira a valutare l'impatto di un programma di esercizio su donne sottoposte a terapie cardiotossiche per il cancro al seno.

Lo studio CHiB: un approccio innovativo all'esercizio

Lo studio CHiB è un trial clinico randomizzato che coinvolge 48 donne con cancro al seno. L'obiettivo è confrontare l'efficacia di un programma di esercizio strutturato con le linee guida generali dell'attività fisica dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Le partecipanti sono divise in due gruppi: un gruppo di intervento e un gruppo di controllo. Il gruppo di intervento segue un programma combinato di allenamento ad alta intensità (HIIT) e allenamento di resistenza (HIRT) per sei mesi, mentre il gruppo di controllo segue le linee guida generali dell'OMS.
Il programma è stato studiato per essere sicuro e adattabile alle condizioni delle pazienti, prevedendo due sessioni settimanali di 45 minuti ciascuna, che includono esercizi su ergometri ciclistici e attività di resistenza con macchine specifiche. L'obiettivo è verificare se questo tipo di esercizio può ridurre l'incidenza di CTRCD e migliorare parametri come la variabilità della frequenza cardiaca (HRV), che è un indicatore della salute del sistema nervoso autonomo.

Monitoraggio e valutazione dei risultati

Durante lo studio, le partecipanti vengono sottoposte a una serie di esami clinici, tra cui ecocardiografie, test di esercizio cardiopolmonare (CPET) e analisi del sangue per misurare i livelli di biomarcatori specifici come la troponina T e il NT-proBNP, indicatori della funzionalità cardiaca. Questi test vengono effettuati in tre momenti chiave: all'inizio dello studio, dopo sei mesi e dopo dodici mesi.
Il monitoraggio dell'attività fisica è supportato da un fitness watch, che registra parametri come la frequenza cardiaca, la HRV e il numero di passi compiuti giornalmente. Questo dispositivo fornisce dati preziosi per valutare la costanza e l'efficacia dell'intervento fisico nel gruppo di intervento rispetto al gruppo di controllo.

Benefici dell'esercizio fisico e ipotesi dello studio

I ricercatori dello studio CHiB ipotizzano che l''esercizio ad alta intensità possa prevenire o ridurre l'incidenza della CTRCD senza aumentare l'infiammazione cardiaca. Inoltre, si ritiene che l'attività fisica possa migliorare la funzione mitocondriale, ridurre la frequenza cardiaca media e migliorare la HRV. Altri obiettivi includono la valutazione dell'impatto dell'esercizio sulla salute mentale, in particolare sulla depressione, sulla fatica e sull'ansia. Studi precedenti hanno dimostrato che l'esercizio fisico è in grado di migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti oncologici, riducendo i livelli di fatica correlata al cancro.

Implicazioni cliniche e prospettive future

I risultati di questo studio potrebbero avere importanti implicazioni cliniche per la gestione delle pazienti con cancro al seno sottoposte a terapie cardiotossiche. Se confermati, questi risultati potrebbero portare allo sviluppo di linee guida specifiche per la prescrizione di esercizio fisico come strategia preventiva contro i danni cardiaci indotti dalla chemioterapia. Questo approccio non solo contribuirebbe a migliorare la sopravvivenza, ma anche la qualità della vita delle pazienti, fornendo loro un ulteriore strumento per affrontare il percorso di cura.
Lo studio CHiB rappresenta un passo importante verso una maggiore comprensione di come l'esercizio fisico possa influire positivamente sulla salute cardiaca delle pazienti oncologiche. Se riuscirà a dimostrare l'efficacia del programma di esercizio, potrebbe costituire la base per ulteriori studi multicentrici, promuovendo un'adozione più ampia di questi interventi nei percorsi di cura del cancro.
FONTE

Di Gaetano

Lascia il tuo commento