• 0 commenti

Perché Ci Passivizziamo? Le Quattro Dinamiche Più Comuni

La passività è una dinamica psicologica che può avere gravi conseguenze sul benessere e sulla crescita personale. Le persone che adottano un approccio passivo nella vita tendono a sentirsi in balia degli eventi, senza controllo sulle situazioni che le circondano. Questo atteggiamento può limitare fortemente la realizzazione personale e la qualità delle relazioni. Le ragioni dietro la passività sono complesse e spesso legate a influenze familiari, sociali e culturali. In questo articolo esploriamo le quattro dinamiche più comuni della passività secondo la psicologa Jacqui Schiff, specializzata in analisi transazionale.

1. L'Astensione: La Paura di Fallire Blocca l'Azione

La prima dinamica passivizzante è l'astensione, che si manifesta quando una persona evita un'azione per paura delle conseguenze negative. Questa paura può derivare da esperienze passate o dall'avversione al rischio, spesso interiorizzata sin dall'infanzia. Un esempio comune è quello di un ragazzo che rinuncia a interagire con qualcuno per timore di un rifiuto. Questo meccanismo difensivo evita sì un potenziale fallimento immediato, ma limita fortemente l'opportunità di crescita e di apprendimento. Evitare il rischio impedisce di attivare il processo di "prova ed errore", che è fondamentale per sviluppare fiducia e competenze.

2. L'Iperadattamento: Compiacere Gli Altri a Ogni Costo

L'iperadattamento è una forma di passività che si manifesta quando una persona cerca di compiacere gli altri in modo eccessivo, per paura di essere rifiutata o di creare conflitti. Questo comportamento è spesso radicato in uno stile genitoriale che ha premiato l'obbedienza senza dare spazio all'individualità. Nell'iperadattamento, la persona sacrifica i propri bisogni per ottenere l'approvazione sociale, finendo per vivere in una condizione di subordinazione. Questa dinamica è visibile, per esempio, in un dipendente che non si oppone mai alle richieste del suo capo, anche quando queste sono irragionevoli o aggressive. Sul lungo termine, l'iperadattamento può portare a insoddisfazione e mancanza di motivazione.

3. L'Agitazione: Procrastinazione e Comportamenti Evasivi

La terza dinamica è l'agitazione, che si manifesta come un comportamento compulsivo di evasione davanti a compiti importanti o impegnativi. Piuttosto che affrontare la sfida, la persona concentra la propria energia su attività inutili, come l'uso compulsivo di social media, videogiochi o altre distrazioni. Questo atteggiamento è frequente nelle persone che hanno sviluppato una dipendenza da figure autoritarie, come genitori o insegnanti, che le hanno costrette a performare solo sotto controllo esterno. Di conseguenza, queste persone faticano a essere proattive e indipendenti, sviluppando una dipendenza dall'approvazione altrui per motivarsi. Questo meccanismo di fuga può degenerare in dipendenze, con effetti negativi sul benessere mentale e sulla capacità di autorealizzazione.

4. Il Vittimismo: Lamentarsi Senza Assumersi Responsabilità

L'ultima dinamica è quella del vittimismo, un comportamento passivo in cui la persona tende a incolpare gli altri o le circostanze per i propri problemi, senza assumersi alcuna responsabilità. Questo atteggiamento spesso deriva da uno stile genitoriale che ha risposto ai capricci del bambino senza mai sfidarlo a trovare soluzioni. Nel vittimismo, la lamentela diventa un modo per evitare di prendere in mano la propria vita, creando un circolo di frustrazione che si riversa anche sugli altri, generando conflitti nelle relazioni. Il vittimista è spesso incapace di riconoscere il proprio potenziale e di identificare ciò che può effettivamente cambiare nella sua vita, alimentando un pessimismo che porta a un progressivo isolamento.

Superare la Passività e Riprendere il Controllo

Per uscire da queste dinamiche passivizzanti, è essenziale riconoscere e comprendere le influenze che hanno contribuito a sviluppare questi comportamenti. L'autoanalisi e il supporto di una terapia psicologica possono aiutare a superare blocchi e a risolvere questioni emotive legate all'infanzia o alla famiglia. È importante imparare a stabilire obiettivi e a sviluppare la propria autoefficacia, prendendo piccoli passi verso un maggiore controllo delle proprie scelte.
Il superamento della passività richiede anche una gestione consapevole dell'energia personale, impiegandola in attività stimolanti che nutrano passioni e interessi autentici. La chiave è trovare un equilibrio tra le influenze esterne e la capacità di esercitare un controllo attivo sulle proprie decisioni, costruendo così una vita più soddisfacente e meno dipendente dagli altri.
In conclusione, la passività non è una condizione permanente, ma una serie di comportamenti che possono essere modificati con consapevolezza e pratica. Riconoscere e affrontare le dinamiche passivizzanti è il primo passo verso una vita più autonoma e appagante.

Di Gaetano

Lascia il tuo commento