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Perché non dovresti investire tutto nell'azionario: rischi, volatilità e diversificazione necessaria

Quando si parla di investimenti azionari, molte persone si concentrano su questo mercato per via dei rendimenti spesso elevati registrati negli ultimi anni. Tuttavia, puntare tutto sull'azionario comporta rischi considerevoli. Uno dei maggiori pericoli è non tener conto di crisi economiche che possono generare perdite significative, come è successo in passato. Per questo, diversificare con obbligazioni può essere utile per ridurre il rischio. Vediamo in dettaglio i principali rischi e perché l'azionario da solo potrebbe non essere la soluzione ideale per tutti.

I rischi principali di un portafoglio tutto azionario

L'investimento esclusivo in azioni ha indubbiamente il potenziale per generare alti rendimenti nel lungo termine. Tuttavia, molti investitori trascurano il fatto che l'azionario è anche soggetto a fasi di grande volatilità. Il primo rischio da considerare è che anche con un orizzonte temporale di medio-lungo termine, di dieci o vent'anni, non vi è garanzia che il valore degli investimenti cresca in modo lineare o sicuro. Il caso storico dell'S&P 500 dal 1999 al 2009 è emblematico: nonostante l'indice sia generalmente considerato affidabile, un investitore in quella finestra temporale avrebbe perso il 38% annuale del suo investimento in media.

Il bias di selezione

Un altro problema che gli investitori affrontano è il bias di selezione. Questo errore cognitivo si verifica quando si tende a investire in titoli solo perché in passato hanno performato bene, senza considerare che il mercato evolve continuamente. Ad esempio, investire nelle aziende più capitalizzate del 2000, come Walmart o General Electric, avrebbe prodotto rendimenti molto bassi nel lungo periodo, nonostante inizialmente fossero aziende di spicco. Investire in azioni di tendenza oggi, come Apple o Tesla, non garantisce che queste rimangano vincenti anche in futuro.

Il behavior gap e la difficoltà emotiva

Il behavior gap è un altro grande ostacolo. Questo concetto si riferisce alla differenza tra i rendimenti teorici che si potrebbero ottenere seguendo una strategia razionale e quelli reali, influenzati dalle emozioni. Quando il mercato subisce forti ribassi, molti investitori tendono a vendere in preda al panico, peggiorando ulteriormente la loro situazione. Restare razionali in questi momenti è fondamentale, ma non è affatto facile quando si vedono perdite del 30% o più nel proprio portafoglio.

Il Market Timing: un gioco pericoloso

Un altro errore comune è il market timing, ovvero tentare di anticipare i movimenti di mercato. L'idea di "comprare a prezzo basso" e "vendere a prezzo alto" può sembrare attraente, ma è spesso difficile da attuare. Per esempio, se negli ultimi vent'anni si fossero persi i 10 giorni migliori dell'S&P 500, il rendimento annuale medio sarebbe sceso da 7,5% a 3,35%, paragonabile a quello di alcuni titoli obbligazionari. Questo dimostra come sia rischioso cercare di prevedere i movimenti del mercato.

Conclusione: è giusto investire solo in azioni?

La scelta di investire solo in azionario dipende molto dalla propensione al rischio di ciascun investitore e dall'ammontare del capitale investito. Se si dispone di un capitale inferiore a 15.000 euro, potrebbe non essere così problematico avere un portafoglio interamente azionario, soprattutto perché i rischi emotivi sono più contenuti rispetto a un investimento di grande entità. Tuttavia, superata questa soglia, è consigliabile iniziare a diversificare il portafoglio con asset più sicuri, come le obbligazioni, per proteggersi dalla volatilità e dalle crisi di mercato.
In conclusione, l'azionario non è necessariamente sbagliato, ma dipende molto da quanto si è disposti a sopportare le oscillazioni del mercato e da quanto si desidera diversificare il portafoglio per ridurre il rischio complessivo.

Di Gaetano

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