Modelli Alimentari e Malattie Cardiovascolari: Implicazioni per la Salute Pubblica
I modelli alimentari sono stati suddivisi in due grandi categorie: quelli ad "alta qualità" e quelli a "bassa qualità". I modelli alimentari ad alta qualità sono caratterizzati da un'elevata assunzione di alimenti come frutta, verdura, cereali integrali, proteine sane (legumi, noci, pesce, latticini magri, carne magra) e oli vegetali. D'altra parte, i modelli alimentari a bassa qualità comprendono un consumo elevato di alimenti ultra-processati, bevande zuccherate, cibi ricchi di sale e alcolici.
Gli studi analizzati hanno impiegato due principali approcci per valutare i modelli alimentari: un metodo basato su indici predefiniti derivati da ricerche epidemiologiche (modelli basati su indici) e un metodo basato su dati statistici provenienti dall'analisi di popolazioni specifiche (modelli basati sui dati). Entrambi questi approcci hanno portato alla creazione di punteggi e indici per misurare l'aderenza a determinate linee guida alimentari, che sono stati confrontati per valutare il loro impatto sulla salute cardiovascolare.
Risultati principali
Lo studio ha analizzato 41 studi condotti in diverse regioni asiatiche, tra cui Cina, Giappone, Singapore e Taiwan. Uno dei risultati più rilevanti è che una maggiore aderenza a modelli alimentari ad alta qualità è associata a una significativa riduzione del rischio di CVD. In particolare, l'analisi ha mostrato che i modelli alimentari definiti da indici non asiatici, come l'Alternative Healthy Eating Index (AHEI) e il Dietary Approaches to Stop Hypertension (DASH), sono collegati a un rischio ridotto del 22% di malattie cardiovascolari.
Anche i modelli alimentari definiti da indici asiatici hanno mostrato un'associazione positiva, sebbene più debole, con una riduzione del rischio cardiovascolare del 16%. Questo suggerisce che gli indici asiatici potrebbero non essere ancora ottimizzati per catturare pienamente l'impatto della dieta sulla salute cardiovascolare.
I modelli alimentari a base vegetale, invece, non hanno mostrato una riduzione significativa del rischio di CVD. Al contrario, non è stata osservata alcuna associazione significativa tra i modelli alimentari a bassa qualità e l'incidenza di CVD. Questo risultato può essere attribuito alla vasta gamma di alimenti rappresentati in questi modelli, il che rende difficile identificare correlazioni dirette con il rischio cardiovascolare.
Differenze tra modelli alimentari asiatici e non asiatici
Una delle differenze più marcate tra i modelli alimentari asiatici e quelli non asiatici è il tipo di proteine consumate. In Asia, il consumo di pesce e prodotti a base di soia è significativamente più alto rispetto a quello della carne rossa e dei latticini, che sono più comuni nei paesi occidentali. I risultati suggeriscono che un'alta assunzione di legumi, pesce e frutti di mare e un ridotto consumo di carne rossa e trasformata sono associati a un minor rischio di CVD. Questo è coerente con la letteratura esistente che evidenzia i benefici delle proteine vegetali e marine sulla salute cardiovascolare.
Un altro fattore distintivo è la minore enfasi posta sui cereali integrali nelle diete asiatiche rispetto a quelle occidentali. I cereali raffinati, come il riso bianco, sono ancora molto diffusi in Asia, mentre nelle diete occidentali viene promossa una maggiore assunzione di cereali integrali. La riduzione del consumo di cereali raffinati a favore di quelli integrali potrebbe rappresentare una strategia efficace per migliorare la salute cardiovascolare nelle popolazioni asiatiche.
Implicazioni per la salute pubblica
I risultati di questa meta-analisi hanno importanti implicazioni per la salute pubblica, soprattutto nei paesi asiatici. Sebbene i modelli alimentari ad alta qualità derivati da indici non asiatici come l'AHEI e il DASH siano associati a una riduzione significativa del rischio di CVD, è fondamentale adattare questi modelli alle specificità delle popolazioni asiatiche. Ad esempio, gli indici alimentari asiatici potrebbero beneficiare di una maggiore enfasi sul consumo di proteine vegetali e pesce, nonché sull'importanza dei cereali integrali rispetto a quelli raffinati.
Inoltre, i risultati suggeriscono che le attuali linee guida alimentari asiatiche potrebbero non essere sufficientemente complete per prevenire efficacemente le CVD, evidenziando la necessità di una revisione delle raccomandazioni nutrizionali per meglio riflettere le evidenze più recenti.
Conclusioni
In sintesi, lo studio conferma che un'elevata aderenza a modelli alimentari sani è associata a un rischio ridotto di malattie cardiovascolari nelle popolazioni asiatiche. Tuttavia, c'è ancora spazio per migliorare gli indici alimentari asiatici attualmente utilizzati, con l'obiettivo di promuovere abitudini alimentari che riflettano meglio i benefici per la salute cardiovascolare. Le future linee guida alimentari dovranno considerare l'importanza di distinguere tra fonti di proteine e cereali integrali, al fine di offrire raccomandazioni più efficaci e mirate per la prevenzione delle malattie cardiovascolari.
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