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Link tra il metabolismo dei carboidrati microbici intestinali e la resistenza all'insulina

Uno studio recente ha dimostrato come il metabolismo dei carboidrati del microbioma intestinale possa contribuire significativamente alla resistenza all'insulina, che è alla base di patologie come la sindrome metabolica e il diabete di tipo 2. Utilizzando una strategia multi-omica, i ricercatori hanno analizzato il microbioma e il metaboloma di individui con resistenza all'insulina, scoprendo che i batteri intestinali giocano un ruolo chiave nella degradazione e nell'assorbimento dei carboidrati, favorendo l'aumento di monosaccaridi come il fruttosio, il galattosio e il mannosio nei campioni fecali di questi individui.

Lo studio su scala umana

Lo studio ha coinvolto 306 soggetti, tutti sottoposti a check-up sanitari annuali, con età compresa tra i 20 e i 75 anni. L'analisi ha incluso diverse tecniche, tra cui la metagenomica e la metabolomica fecale, permettendo ai ricercatori di identificare associazioni tra i livelli di carboidrati fecali e lo stato di resistenza all'insulina. È stato osservato che gli individui con un indice HOMA-IR (che misura la resistenza all'insulina) elevato mostravano concentrazioni significativamente più alte di monosaccaridi fecali rispetto a individui con sensibilità all'insulina.
In particolare, i batteri associati alla resistenza all'insulina mostrano un pattern metabolico di fermentazione dei carboidrati che genera metaboliti come gli acidi grassi a catena corta (SCFA), noti per essere coinvolti nella gluconeogenesi, un processo che contribuisce all'aumento della glicemia. Questi prodotti della fermentazione, come il propionato, risultano elevati nei soggetti con resistenza all'insulina e sindrome metabolica.

L'effetto dei batteri sulla resistenza all'insulina

Nello studio sono stati identificati alcuni batteri, come i membri della famiglia Lachnospiraceae, tra cui i generi Blautia e Dorea, che hanno un ruolo attivo nella degradazione dei polisaccaridi e nella produzione di monosaccaridi fecali. Questi batteri sono strettamente associati alla resistenza all'insulina e alla sindrome metabolica. Al contrario, batteri come il Bacteroides, Alistipes e Faecalibacterium, associati alla sensibilità all'insulina, mostrano un metabolismo diverso, riducendo la concentrazione di monosaccaridi nell'intestino e favorendo un migliore stato metabolico.

Implicazioni per la salute e trattamenti futuri

Un aspetto interessante dello studio riguarda la potenziale applicazione terapeutica dei risultati. L'introduzione di batteri associati alla sensibilità all'insulina in modelli animali ha migliorato significativamente i parametri metabolici, riducendo la glicemia e migliorando la tolleranza all'insulina. In particolare, il batterio Alistipes indistinctus si è dimostrato efficace nel ridurre i livelli di zuccheri intestinali e nel migliorare l'accumulo di trigliceridi nel fegato e nel tessuto adiposo, riducendo così i sintomi della resistenza all'insulina. Questo risultato suggerisce che la modulazione del microbioma intestinale potrebbe rappresentare una nuova strategia per trattare il diabete di tipo 2 e altre condizioni metaboliche.

L'associazione tra infiammazione e metabolismo microbico

La resistenza all'insulina è strettamente associata a uno stato di infiammazione cronica di basso grado, in cui il sistema immunitario viene attivato da segnali provenienti dal metabolismo microbico. Lo studio ha dimostrato che i carboidrati fecali sono fortemente correlati con livelli elevati di citochine infiammatorie come l'IL-10 e la serpina E1, che contribuiscono a peggiorare la condizione di resistenza all'insulina. Questo suggerisce che il microbioma intestinale, oltre a influenzare il metabolismo energetico, possa anche modulare il sistema immunitario, creando un circolo vizioso tra infiammazione e disfunzioni metaboliche.

Conclusioni

Questo studio fornisce una nuova comprensione delle interazioni tra il microbioma intestinale e il metabolismo umano, rivelando come i batteri intestinali possano influenzare in modo significativo la resistenza all'insulina attraverso la degradazione dei carboidrati e la produzione di metaboliti infiammatori. Questi risultati aprono la strada a nuove terapie basate sulla modulazione del microbioma per trattare le patologie metaboliche, offrendo una speranza per affrontare le crescenti sfide sanitarie legate a condizioni come il diabete di tipo 2 e la sindrome metabolica.
FONTE

Di Gaetano

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