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Legge di Bilancio 2025: tracollo finanziario in arrivo?

In queste settimane, il dibattito sulla Legge di Bilancio 2025 (o manovra finanziaria) sta diventando sempre più acceso. Si parla di interventi significativi da parte del governo per affrontare le sfide economiche e finanziarie del prossimo anno. Come al solito, la definizione concreta della legge di bilancio avverrà verso la fine dell'anno, ma già ora emergono molti elementi di discussione, come la tassazione sul settore delle criptovalute, il concordato preventivo biennale per le imprese e le nuove misure fiscali. Tutto questo riguarda noi cittadini, sia come contribuenti che come investitori. Vediamo quindi cosa bolle in pentola e cosa aspettarci nei prossimi mesi.

Una manovra che arriva in un contesto di alta spesa pubblica

La manovra in discussione prevede circa 30 miliardi di euro e arriva dopo anni caratterizzati da una forte spesa pubblica, soprattutto a causa del superbonus e di altre misure espansive. La manovra è attualmente in fase di valutazione da parte delle commissioni parlamentari, con numerosi emendamenti già proposti. Uno degli obiettivi del governo è mantenere le promesse fatte nelle precedenti manovre, come la riduzione del cuneo fiscale (che vale circa 10 miliardi e mezzo) e la conferma della riduzione a tre aliquote fiscali. Tuttavia, i margini di manovra sono molto limitati, anche a causa del peso del debito pubblico.

L'eredità del superbonus e le sfide del debito

Uno dei principali problemi che limitano la capacità di manovra del governo è il superbonus. Questa misura ha avuto un impatto significativo sul deficit negli anni passati e, in futuro, avrà un effetto importante sul debito pubblico. I crediti derivanti dal superbonus dovranno infatti essere scontati nei prossimi anni, aumentando il rapporto debito/PIL. A questo si aggiunge il nuovo patto di stabilità con l'Unione Europea, che impone vincoli stringenti per la riduzione del debito e del deficit. Attualmente, il debito pubblico italiano si attesta al 137,5% del PIL, e l'obiettivo sarebbe quello di ridurlo gradualmente.

Le misure fiscali: tra continuità e nuove tasse

Tra le misure proposte nella Legge di Bilancio 2025, troviamo alcune scelte fiscali che hanno suscitato critiche. Un esempio è l'estensione della web tax del 3% sul fatturato alle piccole aziende del settore digitale, una scelta che rischia di mettere in difficoltà le startup e le piccole imprese innovative. Il gettito atteso da questa misura è di soli 51,6 milioni di euro, un importo relativamente basso rispetto alla complessità della misura e ai possibili effetti negativi sull'innovazione. Anche la nuova tassazione sulle criptovalute ha sollevato dubbi, con un impatto stimato di soli 19 milioni di euro. Queste misure sembrano più simboliche che realmente efficaci, e rischiano di creare un ambiente poco favorevole per l'innovazione e gli investimenti.

Riduzione delle aliquote IRPEF: un'occasione mancata?

Un altro punto centrale della manovra riguarda la riduzione delle aliquote IRPEF. Attualmente, il governo ha confermato le tre aliquote, ma la promessa di ridurre ulteriormente l'aliquota del secondo scaglione dal 35% al 33% non è stata mantenuta, a causa della mancanza di risorse. Il governo ha dichiarato che la riduzione potrebbe essere attuata qualora il concordato preventivo generasse un gettito sufficiente, ma le aspettative su questa misura non sono molto alte. La mancata riduzione delle aliquote rappresenta un'occasione persa per alleggerire il carico fiscale sul ceto medio, che è la fascia di reddito maggiormente colpita dall'attuale struttura dell'IRPEF.

Le misure sugli extra-profitti di banche e assicurazioni

La manovra include anche misure sugli extra-profitti delle banche e delle assicurazioni. Invece di introdurre una vera e propria tassa sugli extra-profitti, il governo ha optato per un anticipo di pagamento delle imposte da parte delle banche, utilizzando le imposte differite attive presenti nei bilanci. Questa scelta permette di generare entrate di cassa nel breve termine, ma non rappresenta una misura strutturale. Lo stesso vale per le assicurazioni, dove l'anticipo riguarda i bolli sulle assicurazioni di ramo 3 e 5. Queste misure sono, di fatto, un prestito che lo Stato chiede alle banche e alle assicurazioni, senza effetti strutturali sulla riduzione del debito.

Un quadro complesso e poco spazio di manovra

In sintesi, la Legge di Bilancio 2025 si presenta come una manovra prudente, che cerca di non "sfasciare" i conti pubblici, ma che allo stesso tempo ha poco spazio per interventi significativi. Le misure proposte sono in gran parte limitate da vincoli di bilancio e dalla necessità di rispettare il patto di stabilità con l'Unione Europea. La riduzione del debito e del deficit richiede crescita economica, ma le prospettive di crescita per l'Italia rimangono deboli, con una previsione di crescita del PIL per il 2025 inferiore all'1%. In questo contesto, il governo cerca di mantenere un equilibrio difficile tra promesse elettorali e necessità di stabilità finanziaria.

Conclusione: cosa aspettarci dalla Legge di Bilancio 2025?

La Legge di Bilancio 2025 mostra tutte le difficoltà di gestire un paese con un debito pubblico elevato e una crescita economica modesta. Le misure proposte dal governo sono in gran parte orientate alla prudenza, cercando di evitare di peggiorare ulteriormente la situazione finanziaria del paese. Tuttavia, la mancanza di risorse limita fortemente la capacità di fare riforme strutturali significative, come una vera riforma fiscale o una riduzione del carico fiscale sul ceto medio. In questo contesto, è fondamentale che il governo trovi un equilibrio tra sostenibilità del debito e crescita economica, per evitare che l'Italia si trovi a dover affrontare un tracollo finanziario nei prossimi anni.

Di Roberto

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