L’Influenza dell’Alimentazione sull’Immagine di Sé: Una Storia di Filosofie e Moralità
Fin dal XVII secolo, l'affermazione "Siamo noi stessi nei nostri piatti" rappresentava un'idea centrale nel pensiero alimentare inglese. Questa convinzione è l'antenata diretta dell'odierna massima "Sei ciò che mangi". Il libro Eating and Being di Steven Shapin esplora come le filosofie del cibo abbiano modellato l'identità occidentale, sostenendo che "Ciò che sappiamo di ciò che mangiamo è sempre stato legato a ciò che sappiamo di noi stessi".
Le Origini del Pensiero Dietetico
Le basi dell'alimentazione occidentale affondano nelle idee ippocratiche greche, che associavano cibo e medicina. Questa "dietetica" considerava il cibo non solo come nutrimento per il corpo, ma anche per la psiche. Il temperamento di una persona, ad esempio, era ritenuto dipendente dall'equilibrio dei quattro umori corporei: sangue, flemma, bile gialla e bile nera. Questo pensiero offriva anche un codice di condotta: l'equilibrio ideale si raggiungeva attraverso la moderazione in ogni aspetto della vita, dall'alimentazione al sonno, fino alle emozioni.
Alimentazione e Identità nel Rinascimento
Nel Rinascimento, l'idea che il cibo modellasse l'identità continuava ad essere centrale. William Shakespeare, ad esempio, sottolineava nei suoi personaggi come determinati alimenti potessero influenzare la personalità. In Henry IV Part 2, Falstaff elogia il potere dello sherry di "liberare il cervello da vapori oscuri", migliorando così la prontezza mentale.
Anche le scelte alimentari avevano implicazioni morali. Nel The Taming of the Shrew, Petruchio priva la sua sposa cholerica di carne, sperando di trasformarla in una moglie più docile. Questo rifletteva la convinzione diffusa che il cibo potesse plasmare non solo il corpo, ma anche il carattere morale.
La Svolta Scientifica: Alimentazione e Meccanica
Con il XVII secolo, la rivoluzione scientifica sfidò le basi della dietetica. I cibi non erano più considerati portatori di qualità intrinseche, ma composti da microparticelle. Questa visione meccanicistica del mondo ristrutturò l'idea dell'alimentazione come strumento di auto-modellamento. Tuttavia, gli schemi umorali rimasero nella descrizione dei temperamenti, ora legati ai sistemi muscolari, vascolari e nervosi.
Durante il XIX secolo, la chimica divenne centrale nella riconsiderazione del cibo. Concetti come proteine, grassi e vitamine sostituirono quelli di caldo, freddo, umido e secco. Il corpo umano venne visto come un laboratorio chimico dove il cibo veniva scomposto in elementi base, con il calorico che divenne una misura fondamentale dell'energia alimentare.
L'Alimentazione come Moralità
Con il progredire della scienza nutrizionale, il cibo fu sempre più visto come uno strumento per migliorare la produttività sociale. Tabelle nutrizionali classificavano gli alimenti non più in base ai temperamenti individuali, ma al lavoro svolto: un minatore o un soldato avevano bisogno di più proteine rispetto a un impiegato. Questo legame tra dieta e produttività rifletteva le necessità del capitalismo emergente.
La Persistenza della Dietetica Morale
Nonostante il predominio della chimica, tracce del pensiero dietetico sopravvivono ancora oggi. Molti continuano a dire che determinati alimenti "si sposano bene" o meno con il proprio corpo, un eco delle credenze umorali. Inoltre, l'alimentazione rimane fortemente legata alla moralità: ad esempio, chi riduce il consumo di carne spesso lo fa per motivi ambientali, segnalando un impegno etico.
Allo stesso tempo, il cibo industriale è visto con sospetto. Le aziende di fast food utilizzano sapori e combinazioni di grassi, zuccheri e sali per rendere i loro prodotti irresistibili, sfidando l'idea che il cibo buono per il palato sia necessariamente buono per il corpo. L'equilibrio, un tempo cardine della dietetica, viene ora cooptato per giustificare una dieta che include cibi ultra-processati.
Conclusione
La storia dell'alimentazione, secondo Steven Shapin, mostra come il cibo abbia sempre avuto un ruolo centrale nel definire chi siamo. Da simbolo di moralità e carattere nel passato a strumento di scienza e produttività oggi, l'alimentazione continua a modellare l'identità umana. E, nonostante i cambiamenti, la convinzione che "siamo ciò che mangiamo" rimane una verità universale.
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