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L'Ideologia del "Grande Israele": Una Visione tra Religione e Politica

Il concetto del Grande Israele è una delle ideologie più controverse e discusse all'interno delle frange estremiste israeliane. Questo termine si riferisce all'idea di un'espansione territoriale dello Stato di Israele, basata su interpretazioni storiche e religiose. Alcuni sostengono che Israele dovrebbe includere non solo i territori attuali, ma anche vaste aree del Medio Oriente, seguendo una visione che trae origine dalla Bibbia e dalla storia ebraica antica.

Le Radici Bibliche del Grande Israele

Il concetto di Terra Promessa ha radici profonde nell'Antico Testamento, dove si parla di un territorio assegnato da Dio al popolo ebraico. Secondo la Genesi (15:18-21), questa terra si estende dal Nilo fino all'Eufrate, una vasta regione che includerebbe l'attuale Israele, parti di Egitto, Giordania, Siria, Iraq e Arabia Saudita. Questa visione biblica, però, non ha un'unica descrizione geografica; altre citazioni nella Bibbia parlano di territori più limitati, come in Ezechiele e in Numeri. Nonostante le discrepanze, queste scritture sono spesso usate per giustificare l'idea che l'attuale estensione di Israele sia temporanea e che il confine "definitivo" debba essere molto più ampio.

La Visione Storica: Il Regno di Davide

Oltre alle fonti religiose, la visione del Grande Israele si rifà anche a un'interpretazione storica che richiama il periodo del Regno di Davide. Durante il suo regno, circa 3000 anni fa, Israele raggiunse il massimo della sua estensione, includendo territori che oggi appartengono a diverse nazioni del Medio Oriente. Alcuni movimenti estremisti sostengono che il moderno Stato di Israele dovrebbe ricostruire questi confini storici, rinnovando l'antico splendore e la potenza geopolitica del regno ebraico.

Il Sionismo e l'Evoluzione delle Sue Correnti

Il sionismo, nato alla fine del XIX secolo grazie alla visione di Theodor Herzl, aveva come obiettivo principale la creazione di uno Stato ebraico moderno in Palestina. Herzl e altri leader del movimento erano influenzati da ideali laici, legati al movimento illuminista, e vedevano il ritorno alla terra promessa come una soluzione politica al problema dell'antisemitismo in Europa. Tuttavia, all'interno del sionismo stesso, emersero diverse correnti ideologiche.
Una delle più rilevanti in questo contesto è il sionismo revisionista, guidato da Vladimir Zabotinsky. Zabotinsky, a differenza di Herzl, vedeva nell'espansione territoriale una necessità fondamentale per la sicurezza e la sopravvivenza di Israele, sostenendo che i confini biblici dovevano essere ripristinati. Questa visione, pur minoritaria nei primi anni della storia israeliana, ha continuato a crescere e a guadagnare terreno all'interno delle frange nazionaliste.

L'Influenza delle Frange Estremiste

Negli ultimi decenni, l'ideologia del Grande Israele ha trovato nuovi sostenitori tra i partiti e i movimenti ultranazionalisti e religiosi. Un esempio emblematico è il partito del Sionismo Religioso, guidato da Bezalel Smotric, attualmente ministro delle finanze di Israele. Smotric è uno dei principali promotori dell'idea che Israele debba annettere i territori palestinesi e espandere i propri confini, fondando la sua ideologia su una visione messianica del ruolo di Israele nel mondo.
Accanto a Smotric, vi è un altro politico estremista, Itamar Ben-Gvir, che rappresenta il partito Potere Ebraico. Questo movimento si ispira al kahanismo, un'ideologia estremista fondata dal rabbino Meir Kahane che promuove la creazione di una teocrazia ebraica e l'espulsione degli arabi dai territori israeliani. Ben-Gvir, oggi ministro della pubblica sicurezza, è uno dei principali sostenitori dell'espansione territoriale israeliana.

Il Contesto Attuale

L'idea del Grande Israele ha riacceso dibattiti accesi anche alla luce dei conflitti recenti. L'attuale governo di Netanyahu, pur non promuovendo ufficialmente l'espansione, ha incluso nelle sue coalizioni forze politiche che abbracciano apertamente questa visione. Ciò ha sollevato preoccupazioni, sia all'interno che all'esterno di Israele, su possibili tentativi futuri di annessione e destabilizzazione della regione.
La combinazione tra la crisi politica ed economica di Israele e il sostegno a questi movimenti estremisti rende il contesto attuale particolarmente complesso e pericoloso. La questione del Grande Israele, che sembrava ormai un sogno superato, sta tornando a essere un tema rilevante e rischia di alimentare ulteriori tensioni in una regione già devastata da decenni di conflitti.

Conclusione

L'ideologia del Grande Israele continua a influenzare una parte della politica israeliana, guidata da movimenti ultranazionalisti e religiosi. Sebbene questa visione rimanga minoritaria, le attuali dinamiche geopolitiche e interne di Israele potrebbero riaccendere ambizioni espansionistiche, con gravi conseguenze per la stabilità del Medio Oriente. Il futuro di Israele, in termini di confini e relazioni con i paesi vicini, rimane incerto, ma ciò che è certo è che la questione del Grande Israele continuerà a dividere l'opinione pubblica e a influenzare il panorama politico del paese.

Di Roberto

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