L'Economia Europea è in Crisi: Le Raccomandazioni di Mario Draghi per il Futuro dell'Europa
L'ex presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, è tornato in campo con un nuovo piano per affrontare la crisi economica dell'Europa. Il suo rapporto sulla competitività futura dell'Europa arriva in un momento critico, dato che l'economia europea sta perdendo terreno rispetto agli Stati Uniti e ad altre economie globali. Nel 2002, il divario del PIL tra l'Unione Europea e gli Stati Uniti era solo del 15%, ma oggi quel divario si è ampliato al 30%.
Il rapporto di Draghi evidenzia che il 72% di questo divario crescente è attribuibile alla mancanza di crescita economica. Per affrontare questo problema, Draghi ha delineato ben 170 raccomandazioni in un rapporto di circa 400 pagine, esortando i leader dell'Unione Europea a prendere decisioni difficili per fermare la crisi economica e prevenire disordini sociali.
I Successi e le Sfide dell'Unione Europea
Nonostante le difficoltà, il rapporto di Draghi sottolinea anche i successi dell'Unione Europea. L'UE ha creato un mercato unico di 440 milioni di consumatori e 23 milioni di aziende, rappresentando almeno il 17% del PIL mondiale. L'approccio dell'UE ha prodotto risultati impressionanti in termini di governance, salute, istruzione e protezione ambientale. Inoltre, otto dei primi dieci paesi al mondo per lo stato di diritto sono membri dell'UE. L'Europa supera anche gli Stati Uniti e la Cina in termini di aspettativa di vita e bassi tassi di mortalità infantile.
Tuttavia, Draghi avverte che l'Europa affronta sfide significative che, se non affrontate, potrebbero portare il vecchio continente verso una "morte lenta e dolorosa". Tra i problemi principali ci sono il commercio, che sta rallentando a causa della crescente produzione interna di paesi come la Cina, e la dipendenza energetica dalla Russia, che ha ridotto drasticamente l'approvvigionamento di gas naturale a basso costo. Inoltre, l'Europa ha sempre fatto affidamento sugli Stati Uniti per la difesa, il che ha indebolito il suo settore interno e la sua capacità di innovazione.
La Produttività e il Divario Tecnologico
Uno dei principali problemi evidenziati nel rapporto di Draghi è la mancanza di produttività dell'Europa rispetto agli Stati Uniti. Dal 1890 al 2022, la produttività del lavoro nell'Unione Europea ha mostrato un progresso significativo, soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale, ma negli ultimi decenni è scesa a circa l'80% di quella degli Stati Uniti. Il motore principale di questo divario è la tecnologia digitale, un campo in cui l'Europa è rimasta indietro rispetto agli Stati Uniti e alla Cina.
L'Europa non è mai riuscita a sfruttare appieno la prima rivoluzione digitale, quella guidata da internet. Nessuna azienda europea fondata negli ultimi 50 anni ha raggiunto un valore di mercato di almeno 100 miliardi di euro, mentre almeno sei aziende statunitensi hanno superato il valore di 1.000 miliardi di euro. Inoltre, circa il 30% degli unicorni europei (aziende con un valore superiore a un miliardo di euro) si sono trasferiti negli Stati Uniti, privando l'Europa di importanti innovatori.
Le Raccomandazioni di Draghi: Investimenti in Innovazione e Decarbonizzazione
Per colmare questo divario, Draghi suggerisce massicci investimenti in ricerca e innovazione. Propone di rendere i finanziamenti dell'UE più mirati, di creare un'unione dei mercati dei capitali e di aumentare significativamente il budget per sostenere progetti tecnologici ad alto rischio e alto rendimento. Inoltre, Draghi raccomanda di rivedere le normative nel settore digitale per evitare che le piccole e medie imprese (PMI) siano frenate da regole troppo onerose, lasciando così spazio per la loro crescita e innovazione.
Un'altra raccomandazione chiave riguarda un piano congiunto di decarbonizzazione e competitività. Draghi sostiene che la decarbonizzazione debba essere una fonte di crescita economica, non un ostacolo. Tuttavia, gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione dell'UE comportano costi significativi: per settori come quello chimico, dei metalli e della carta, diventare "green" costerà circa 500 miliardi di euro nei prossimi 15 anni, mentre il settore dei trasporti necessiterà di 100 miliardi di euro all'anno dal 2031 al 2050.
Secondo Draghi, la decarbonizzazione non deve essere solo un costo, ma anche un'opportunità per tagliare i prezzi dell'energia, guidare le tecnologie pulite e rafforzare la sicurezza energetica. L'Europa ha già un vantaggio nel settore delle energie rinnovabili, rappresentando circa il 22% del consumo energetico nel 2023, ben al di sopra di Cina e Stati Uniti. Tuttavia, l'Europa sta perdendo questo vantaggio a causa della mancanza di finanziamenti e di un sistema di innovazione debole.
Aumentare la Sicurezza e Ridurre le Dipendenze
Draghi sottolinea l'importanza di aumentare la sicurezza dell'Europa e ridurre la sua dipendenza da materie prime critiche e tecnologia avanzata. Attualmente, circa il 40% delle importazioni dell'UE proviene da pochi fornitori, molti dei quali non sono allineati politicamente con l'Unione Europea. Le tensioni geopolitiche stanno spingendo l'Europa a spendere di più per la difesa, ma solo nove paesi dell'UE raggiungono l'obiettivo del 2% del PIL destinato a questo settore.
Per ridurre queste vulnerabilità, Draghi suggerisce di attuare rapidamente il Critical Raw Materials Act, che prevede acquisti congiunti e una strategia per l'approvvigionamento. Inoltre, l'UE dovrebbe aumentare gli appalti congiunti tra gli Stati membri e potenziare la ricerca e sviluppo nel settore della difesa, con un maggiore supporto alle PMI del settore attraverso migliori politiche di prestito.
Il Costo del Piano Draghi
Il piano di Draghi richiede un investimento annuale di circa 750-800 miliardi di euro, pari a circa il 5% del PIL dell'Unione Europea nel 2023. La maggior parte di questi investimenti dovrà provenire dal settore privato, mentre l'UE dovrà continuare a sostenere misure congiunte sul debito per sbloccare investimenti su larga scala. Draghi suggerisce inoltre di estendere il voto a maggioranza qualificata in Consiglio per ridurre i ritardi nelle decisioni e permettere agli Stati membri che condividono una visione comune di avanzare insieme.
Conclusioni: Un Piano per il Futuro dell'Europa
Il rapporto di Mario Draghi rappresenta un appello urgente a un cambiamento radicale nell'approccio economico e politico dell'Unione Europea. Per risollevare il vecchio continente da una stagnazione che dura ormai da decenni, è necessario investire in innovazione, tecnologia pulita e difesa, coordinando le politiche economiche e sfruttando al massimo le economie di scala. Solo così l'Europa potrà tornare a competere con le altre grandi potenze mondiali e garantire un futuro di crescita e prosperità.
L'unità e la cooperazione tra i paesi membri sono essenziali per affrontare le sfide globali e per sfruttare al meglio le opportunità di crescita. L'Europa ha bisogno di una visione comune e di azioni concrete per assicurare un futuro migliore per tutti i suoi cittadini.