Iran-Israele: Chi Vuole Davvero la Guerra?
Nel lungo e complesso conflitto tra Iran e Israele, le tensioni hanno radici storiche profonde e coinvolgono questioni geopolitiche, religiose e culturali che si estendono ben oltre i confini del Medio Oriente. Tuttavia, secondo alcuni analisti e osservatori, uno degli elementi centrali che alimenta questa tensione è l'occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele, vista da molti come la causa principale di buona parte delle violenze nella regione.
Le Radici del Conflitto
Israele è stato spesso accusato di essere uno stato colonialista e di condurre una politica di occupazione illegale dei territori palestinesi, che ha portato a tensioni crescenti non solo con i palestinesi ma anche con altri attori regionali come l'Iran. La creazione dello Stato di Israele nel 1948 e le successive guerre con i suoi vicini arabi hanno contribuito a cristallizzare le divisioni. L'invasione israeliana del Libano nel 1978 e poi di nuovo nel 1982, motivata dalla lotta contro l'OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), è stata uno degli episodi chiave che ha rafforzato la percezione di Israele come una potenza occupante e ha alimentato la nascita di organizzazioni come Hezbollah e, successivamente, Hamas.
L'ex presidente italiano Sandro Pertini, nel suo discorso del 31 dicembre 1981, aveva previsto che fino a quando non ci fosse stata una soluzione equa per i palestinesi, inclusa la creazione di uno Stato indipendente, la violenza in Medio Oriente non sarebbe mai cessata. Pertini avvertì che un piccolo conflitto nella regione avrebbe potuto trasformarsi in una terza guerra mondiale, a causa delle tensioni globali che circondano la questione palestinese e le dinamiche regionali.
L'Espansione delle Colonie Israeliane
Un altro elemento cruciale che ha esacerbato le tensioni è l'aumento delle colonie israeliane nei territori occupati. Nonostante diverse risoluzioni delle Nazioni Unite abbiano dichiarato queste colonie illegali secondo il diritto internazionale, Israele ha continuato ad espandere i suoi insediamenti, alimentando ulteriormente il risentimento non solo tra i palestinesi ma anche in paesi come l'Iran, che si oppongono fermamente all'occupazione. Il sostegno degli Stati Uniti a Israele, sia diplomatico che militare, ha complicato ulteriormente la situazione, con Israele che può contare su armi avanzate e protezione internazionale.
Il Ruolo dell'Iran
Sebbene l'Iran abbia espresso una retorica ostile nei confronti di Israele, soprattutto attraverso il supporto a gruppi come Hezbollah, molti esperti ritengono che Teheran non voglia una guerra aperta con Israele. Le provocazioni israeliane, come il bombardamento di obiettivi iraniani in Siria e Libano, hanno spinto l'Iran a rispondere, ma in modo relativamente blando rispetto alle sue capacità militari. Secondo analisi recenti, l'Iran preferisce evitare una guerra diretta, consapevole che un conflitto su larga scala potrebbe danneggiare gravemente la sua già fragile economia e il suo ruolo regionale(
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La Prospettiva di Israele
D'altro canto, ci sono indicazioni che Israele potrebbe cercare di espandere il conflitto per consolidare il proprio controllo sui territori occupati e mantenere il sostegno internazionale, in particolare dagli Stati Uniti. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, noto per la sua retorica dura contro l'Iran, ha frequentemente sollevato la questione della minaccia iraniana come giustificazione per le azioni militari israeliane. Tuttavia, l'espansione del conflitto potrebbe servire anche a Netanyahu per rafforzare il suo governo, soprattutto in un periodo di instabilità politica interna.
Conclusione
Il conflitto tra Iran e Israele appare destinato a continuare, alimentato da decenni di politiche occupazionali, scontri militari e tensioni religiose. Mentre Israele sembra determinato a mantenere il controllo sui territori occupati e a contenere la minaccia di Hezbollah e dell'Iran, Teheran cerca di bilanciare il suo ruolo regionale senza entrare in una guerra aperta. Alla base di tutto, però, rimane la questione irrisolta della Palestina, che continua a essere il principale fattore di instabilità nel Medio Oriente e che, secondo molti osservatori, non potrà essere risolta senza un cambiamento radicale delle politiche israeliane.