• 0 commenti

Impatto della Terapia di Deprivazione Androgenica sul Sistema Cardiovascolare nel Cancro alla Prostata Avanzato

Il cancro alla prostata è uno dei tumori più comuni tra gli uomini, con oltre 1,4 milioni di nuovi casi segnalati a livello globale nel 2020. La terapia di deprivazione androgenica (ADT) rappresenta uno dei trattamenti principali per il cancro alla prostata metastatico, con l'obiettivo di prolungare la sopravvivenza senza progressione della malattia. Questa terapia agisce sopprimendo la produzione di testosterone, riducendo i livelli circolanti dell'ormone e rallentando la crescita tumorale. Tuttavia, l'ADT ha anche effetti collaterali significativi, tra cui un aumento del rischio di malattie cardiovascolari (CVD), che ha un impatto notevole sulla qualità di vita dei pazienti.

Terapia di Deprivazione Androgenica e Rischio Cardiovascolare

L'ADT è associata a un aumento del rischio di eventi cardiovascolari, tra cui infarto del miocardio, ictus, scompenso cardiaco e aritmie. Questo rischio è particolarmente alto nei primi sei mesi dall'inizio della terapia, soprattutto nei pazienti con una storia pregressa di problemi cardiaci. Gli effetti dell'ADT sul sistema cardiovascolare sono dovuti a una serie di meccanismi, tra cui alterazioni metaboliche come la resistenza all'insulina, la dislipidemia e l'obesità. Questi fattori contribuiscono a peggiorare il profilo di rischio cardiovascolare nei pazienti con cancro alla prostata.
Inoltre, la soppressione del testosterone provoca cambiamenti nella composizione corporea, aumentando il grasso viscerale e riducendo la massa muscolare magra, il che può ulteriormente contribuire alla resistenza all'insulina e al rischio cardiovascolare. L'ADT influenza anche la funzione endoteliale, aumentando l'adesività endoteliale e la produzione di molecole come ICAM e VCAM, che favoriscono l'infiammazione e la formazione di placche aterosclerotiche.

Differenze di Rischio tra Agonisti e Antagonisti del GnRH

Esistono diverse modalità di ADT, tra cui gli agonisti e gli antagonisti dell'ormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH). Gli agonisti del GnRH, come la leuprorelina, inducono un'iniziale stimolazione dei recettori del GnRH seguita da una desensibilizzazione, riducendo così i livelli di testosterone. Tuttavia, questa stimolazione iniziale può portare a un temporaneo aumento dei livelli di FSH (ormone follicolo-stimolante), che è stato associato a disfunzione endoteliale e a un aumento del rischio di eventi cardiovascolari.
Gli antagonisti del GnRH, come il relugolix, agiscono bloccando direttamente i recettori, evitando il picco iniziale di FSH e riducendo il rischio cardiovascolare. Studi recenti hanno mostrato che l'uso di antagonisti del GnRH è associato a un rischio inferiore di eventi cardiovascolari rispetto agli agonisti. Ad esempio, il relugolix ha dimostrato di ridurre l'incidenza di eventi cardiovascolari maggiori del 18% rispetto agli agonisti del GnRH.

Il Caso del Relugolix

Il relugolix rappresenta una forma innovativa di ADT, essendo l'unico antagonista del GnRH disponibile per via orale. Questo lo rende più comodo per i pazienti, migliorando l'aderenza al trattamento e riducendo i problemi legati alle iniezioni. Nel trial HERO, il relugolix ha mostrato una superiorità rispetto alla leuprorelina, con un tasso di castrazione sostenuto del 96,7% contro l'88,8% del gruppo trattato con leuprorelina. Inoltre, il relugolix ha ridotto significativamente il rischio di eventi cardiovascolari maggiori (2,9% contro 6,2%).
Il relugolix consente anche un recupero più rapido dei livelli di testosterone una volta interrotta la terapia, riducendo potenzialmente alcuni degli effetti collaterali legati alla carenza di androgeni. Questa caratteristica potrebbe offrire vantaggi in termini di qualità di vita per i pazienti, permettendo un ritorno più veloce alla normalità fisiologica.

Strategie per Mitigare il Rischio Cardiovascolare

Data la prevalenza delle malattie cardiovascolari tra i pazienti con cancro alla prostata, è fondamentale adottare strategie per mitigare il rischio cardiovascolare durante il trattamento con ADT. Gli esperti raccomandano una valutazione cardiologica completa prima di iniziare l'ADT, inclusa la misurazione della pressione arteriosa, dei livelli di glucosio e del profilo lipidico. Inoltre, è essenziale monitorare regolarmente questi parametri e promuovere l'adozione di uno stile di vita sano, con una dieta equilibrata e attività fisica moderata.
Un approccio utile per ridurre il rischio cardiovascolare nei pazienti sottoposti ad ADT è il paradigma ABCDE, che include:

  • Aspirina a basso dosaggio per ridurre il rischio di trombosi;

  • Controllo della pressione arteriosa e dei livelli di colesterolo mediante terapia farmacologica;

  • Cessazione del fumo;

  • Monitoraggio del diabete e della glicemia;

  • Dieta ricca di frutta, verdura e vitamina D, insieme a esercizi fisici regolari.

Conclusione

La terapia di deprivazione androgenica è uno strumento fondamentale per la gestione del cancro alla prostata avanzato, ma presenta anche significativi rischi cardiovascolari che devono essere attentamente monitorati e gestiti. L'uso di antagonisti del GnRH, come il relugolix, offre una promettente alternativa agli agonisti, con un profilo di rischio cardiovascolare più favorevole. La gestione integrata e multidisciplinare dei pazienti, insieme a una rigorosa valutazione dei rischi cardiovascolari, è cruciale per migliorare gli esiti clinici e la qualità di vita dei pazienti affetti da cancro alla prostata.

Di Gaetano

Lascia il tuo commento