Elezione di Trump: Cosa Cambierà per il Clima e l'Energia negli Stati Uniti?
Con la recente elezione di Donald Trump come 47° presidente degli Stati Uniti, molti si interrogano su quali saranno le conseguenze per le politiche ambientali ed energetiche del paese. Trump è noto per le sue posizioni controverse e per il suo sostegno ai combustibili fossili, il che solleva non poche preoccupazioni riguardo agli impegni degli Stati Uniti nel contrastare il cambiamento climatico.
Gli Obiettivi Climatici degli Stati Uniti in Pericolo
Gli Stati Uniti, sotto l'amministrazione Biden, si erano impegnati a ridurre le emissioni di gas serra del 50-52% entro il 2030 e a raggiungere un'economia a emissioni nette zero entro il 2050. Tuttavia, Trump non ha mai nascosto la sua opposizione a queste politiche, e il suo ritorno alla presidenza potrebbe compromettere seriamente questi obiettivi. Durante la sua precedente amministrazione, una delle prime mosse di Trump era stata l'uscita dall'Accordo di Parigi, e non è escluso che possa ripetere la stessa azione.
Sostegno ai Combustibili Fossili e Fracking
Trump è un forte sostenitore dell'industria dei combustibili fossili, compreso il fracking, una pratica controversa che prevede l'iniezione di liquidi ad alta pressione nelle rocce per estrarre petrolio e gas naturale. Uno dei suoi slogan più famosi è "Drill, Baby, Drill", che rappresenta chiaramente la sua intenzione di espandere l'estrazione di combustibili fossili. Questa politica è in netto contrasto con l'approccio dell'amministrazione Biden, che aveva promosso l'Inflation Reduction Act, un pacchetto di leggi che incentivava la transizione energetica e la decarbonizzazione delle abitazioni.
Trump ha dichiarato che intende bloccare i fondi rimanenti per questi programmi, rendendo più difficile per i cittadini americani adottare soluzioni come l'isolamento termico delle abitazioni o l'installazione di pannelli fotovoltaici. Questo potrebbe avere un impatto negativo sulla riduzione delle emissioni domestiche e rallentare il progresso verso una maggiore efficienza energetica.
Il Futuro delle Assicurazioni contro i Disastri Climatici
Un altro tema importante riguarda le assicurazioni per i disastri climatici. Negli Stati Uniti, la Federal Emergency Management Agency (FEMA) gestisce un programma di assicurazione contro le inondazioni, che serve circa 5 milioni di proprietari di casa, principalmente lungo la costa orientale. Biden e Harris avevano proposto un rafforzamento della FEMA per far fronte all'aumento delle catastrofi naturali, ma secondo il Project 2025, un documento redatto dalla Heritage Foundation, Trump potrebbe addirittura considerare la chiusura di questo programma.
Anche se Trump non ha mai parlato esplicitamente di chiudere la FEMA, il Project 2025 prevede la riduzione del ruolo di molte agenzie federali, e la chiusura della FEMA è stata proposta come una possibile misura per ridurre le spese governative.
Ridimensionamento delle Agenzie Ambientali
Durante la sua precedente amministrazione, Trump aveva già ridotto il potere della Environmental Protection Agency (EPA), l'agenzia federale responsabile della tutela dell'ambiente. Anche in questo nuovo mandato, è probabile che l'EPA subisca ulteriori tagli e che vengano indebolite le norme di protezione idrica e quelle relative alla riduzione della plastica.
Inoltre, Trump sembra intenzionato a ridurre l'influenza dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) sulle questioni di salute pubblica legate al cambiamento climatico, come l'aumento delle malattie trasmesse da zecche e zanzare e gli effetti delle ondate di calore e dell'inquinamento atmosferico.
Un Impulso per i Movimenti per il Clima?
Nonostante le preoccupazioni, c'è chi spera che la presidenza Trump possa, paradossalmente, dare una nuova spinta ai movimenti per il clima. Durante il suo precedente mandato, le sue politiche ambientali avevano infatti provocato una forte reazione da parte dei movimenti ecologisti, portando a una maggiore consapevolezza climatica e a proteste in tutto il mondo.
Oggi, però, il contesto energetico è cambiato rispetto a otto anni fa. Le energie rinnovabili sono diventate più competitive e convenienti rispetto al petrolio e al carbone, e molte aziende hanno già investito nella transizione energetica. Bloccare questo processo non sarebbe solo dannoso dal punto di vista ambientale, ma anche economicamente svantaggioso.
Conclusioni
Il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti solleva molte preoccupazioni riguardo al futuro delle politiche ambientali ed energetiche del paese. Le sue posizioni a favore dei combustibili fossili e il possibile indebolimento delle agenzie ambientali federali potrebbero compromettere gli sforzi per combattere il cambiamento climatico e ritardare la transizione verso un'economia più sostenibile. Tuttavia, il contesto globale è cambiato, e le energie rinnovabili rappresentano oggi una realtà concreta e conveniente, il che potrebbe limitare l'effetto delle politiche di Trump e, al tempo stesso, dare nuovo slancio ai movimenti per il clima.
Solo il tempo ci dirà se le politiche di Trump saranno in grado di fermare il progresso verso un futuro più sostenibile o se, al contrario, stimoleranno una reazione ancora più forte da parte della società civile e del settore privato.