Effetti dei Colpi alla Testa sui Giocatori di Calcio: Studio su Miokine, BDNF e Performance Cognitiva
Il calcio è uno degli sport più popolari al mondo, ma nonostante il suo fascino e la sua praticabilità, presenta dei rischi per la salute, soprattutto per i giocatori che subiscono ripetuti colpi alla testa, anche se non abbastanza forti da essere classificati come commozioni cerebrali. Questi colpi sono noti come colpi subconcussivi e possono avere un impatto significativo sul funzionamento cognitivo e sulla salute cerebrale dei giocatori.
Questo articolo esplora i risultati di uno studio che ha analizzato la relazione tra le capacità cognitive dei giocatori di calcio amatoriali e i livelli di alcuni marcatori biologici, come l'enolasi neuron-specifica (NSE), il fattore neurotrofico derivato dal cervello (BDNF) e l'irisina, una miokina prodotta dal muscolo durante l'esercizio fisico.
Studio e Metodologia
Lo studio ha coinvolto 15 giocatori di calcio amatoriali e 15 individui sedentari di età simile, utilizzati come gruppo di controllo. I partecipanti sono stati sottoposti a una serie di test per valutare le loro capacità aerobiche e anaerobiche, nonché le loro capacità cognitive. Inoltre, sono stati prelevati campioni di sangue per misurare i livelli di NSE, BDNF e irisina.
I test cognitivi utilizzati includevano l'Esame dello Stato Mentale Mini-Mental (MMSE), che valuta diverse dimensioni della funzione cognitiva, e l'Isaacs' Set Test (IST), che misura la fluidità verbale. I campioni di sangue sono stati analizzati utilizzando la tecnica ELISA, per determinare le concentrazioni di NSE, BDNF e irisina nel sangue.
Risultati Principali
I risultati dello studio hanno evidenziato alcune differenze significative tra i due gruppi:
Capacità Fisiche: I giocatori di calcio hanno mostrato una capacità aerobica (VO2max) e una potenza media anaerobica significativamente superiori rispetto agli individui sedentari. Questo dato era atteso, poiché i giocatori sono abituati ad allenamenti regolari che migliorano la loro condizione fisica generale.
Livelli di NSE: I livelli di NSE, un marcatore di danno neuronale, non sono risultati significativamente diversi tra i giocatori di calcio e il gruppo di controllo. L'NSE è un enzima rilasciato nel sangue in seguito a danni neuronali, e può indicare la presenza di microtraumi cerebrali. Sebbene studi precedenti avessero suggerito un aumento dei livelli di NSE dopo partite di calcio, nel contesto del nostro studio i livelli di NSE non sono variati significativamente tra i giocatori e i sedentari.
Livelli di Irisina e BDNF: I livelli di irisina e BDNF erano significativamente più alti nei giocatori di calcio rispetto ai sedentari. L'irisina è una miokina rilasciata durante la contrazione muscolare, che ha effetti neuroprotettivi, inclusa la neurogenesi e la promozione della plasticità sinaptica. Il BDNF, invece, è un fattore neurotrofico fondamentale per la crescita e il mantenimento dei neuroni, ed è stato associato alla neuroplasticità e alla protezione contro il danno cerebrale.
Prestazioni Cognitive: Non sono state osservate differenze significative nei punteggi dei test cognitivi (MMSE e IST) tra i giocatori di calcio e i sedentari. Ciò suggerisce che, nonostante l'esposizione a colpi subconcussivi, i giocatori amatoriali di calcio non mostrano un deterioramento delle funzioni cognitive a breve termine. Tuttavia, è importante notare che gli effetti a lungo termine potrebbero non essere stati catturati dallo studio, considerando la giovane età dei partecipanti.
Correlazioni tra i Marcatori Biologici
Un altro risultato interessante dello studio riguarda la correlazione positiva tra i livelli di irisina e quelli di BDNF e NSE. Questa correlazione supporta l'idea che l'irisina abbia un effetto neuroprotettivo, poiché la sua relazione con il BDNF suggerisce che l'esercizio fisico non solo migliora la salute muscolare, ma può anche avere un impatto benefico sulla salute cerebrale, promuovendo la produzione di fattori neuroprotettivi come il BDNF.
Discussione
I risultati dello studio suggeriscono che i giocatori di calcio amatoriali, nonostante l'esposizione a colpi subconcussivi, mantengono le loro capacità cognitive a livelli simili ai sedentari. Tuttavia, i livelli più elevati di BDNF e irisina nei giocatori indicano che l'attività fisica regolare, come quella svolta durante gli allenamenti di calcio, ha un effetto positivo sul sistema nervoso centrale.
L'irisina, prodotta durante l'attività fisica, sembra promuovere la neurogenesi e proteggere il cervello da potenziali danni. Allo stesso modo, il BDNF è cruciale per la plasticità cerebrale e potrebbe aiutare a riparare i danni causati dai colpi subconcussivi. Questi risultati suggeriscono che il calcio, praticato a livello amatoriale, può stimolare la produzione di sostanze che hanno un impatto positivo sulla salute del cervello, contribuendo a controbilanciare i potenziali effetti negativi dei colpi alla testa.
Limiti dello Studio
Un limite importante dello studio è il suo design trasversale, che non consente di trarre conclusioni causali sugli effetti a lungo termine dell'esposizione a colpi subconcussivi. Inoltre, non è stata valutata l'esposizione totale a colpi alla testa durante l'intera carriera dei giocatori. Gli effetti a lungo termine di tali colpi potrebbero emergere solo dopo molti anni, motivo per cui sarebbe necessario uno studio longitudinale per capire l'impatto di questi traumi sul lungo periodo.
Un altro limite è rappresentato dal fatto che non sono state utilizzate tecniche di imaging cerebrale, come la risonanza magnetica o l'elettroencefalografia, per valutare i cambiamenti strutturali o funzionali nel cervello dei giocatori. Questi strumenti potrebbero fornire ulteriori prove dell'impatto dei colpi subconcussivi sulla salute cerebrale.
Conclusioni
Questo studio evidenzia che i giocatori di calcio amatoriali hanno livelli più elevati di BDNF e irisina rispetto ai sedentari, suggerendo che l'attività fisica regolare ha benefici per la salute del cervello e potrebbe contrastare i potenziali danni causati dai colpi subconcussivi. Tuttavia, è necessaria una maggiore attenzione ai potenziali effetti a lungo termine dei traumi ripetuti alla testa, soprattutto nei giocatori che praticano questo sport per molti anni.
Gli allenatori, i medici dello sport e i giocatori stessi dovrebbero essere consapevoli dei rischi associati ai colpi alla testa, e strategie preventive, come l'uso di tecniche corrette per il colpo di testa e l'adozione di misure di sicurezza adeguate, potrebbero aiutare a ridurre questi rischi. In definitiva, mentre il calcio amatoriale sembra essere sicuro in termini di capacità cognitive a breve termine, ulteriori ricerche sono necessarie per garantire che anche gli effetti a lungo termine siano monitorati e mitigati.
FONTE