DNA delle Vittime di Pompei: Svelate Nuove Verità sui Resti Umani
Recenti studi genetici condotti su frammenti di ossa recuperati dai calchi di gesso delle vittime dell'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. hanno rivelato dettagli sorprendenti sull'identità e le relazioni delle persone che morirono a Pompei. Questa analisi del DNA, pubblicata sulla rivista Current Biology, ha messo in discussione vecchie ipotesi riguardanti i legami familiari e le identità delle vittime, smentendo alcune storie tradizionali costruite nel corso degli anni.
Smentite sulle Relazioni Familiari
Uno dei miti più diffusi, ora smentito grazie al DNA, riguardava una vittima che si pensava fosse una madre morta abbracciando il proprio figlio. La presenza di un bracciale d'oro sul braccio della persona aveva portato ad attribuirle un genere femminile, ma l'analisi del DNA ha invece mostrato che l'individuo era un maschio e non aveva alcun legame di sangue con il bambino. Questo esempio dimostra come la genetica possa "riscrivere la storia" e correggere narrazioni errate basate su interpretazioni visive o preconcetti, come affermato da David Caramelli, antropologo dell'Università di Firenze.
L'Importanza dei Dati Scientifici
Secondo John Lindo, antropologo della Emory University di Atlanta, queste nuove scoperte dimostrano come molte delle interpretazioni precedenti fossero altamente biased, cioè influenzate da pregiudizi, e basate su dati non scientifici. Da quando sono iniziate le scavi di Pompei nel XVIII secolo, oltre 100 calchi di gesso sono stati realizzati versando del gesso liquido nei vuoti lasciati dai tessuti molli distrutti delle vittime. Alcuni di questi calchi contengono ancora frammenti di ossa delle vittime, offrendo agli scienziati un'opportunità unica per raccogliere e analizzare i frammenti durante il restauro degli 86 calchi su 104 complessivi.
Cinque Vittime Maschili e le Loro Relazioni
Le analisi del DNA hanno rivelato che tutte e cinque le vittime erano maschi, e hanno svelato informazioni dettagliate sulle loro relazioni. Ad esempio, i resti della persona con il bracciale e del bambino che portava con sé sono stati scoperti insieme ad altri due individui. In passato, si riteneva che queste persone facessero parte della stessa famiglia, ma i nuovi dati genetici hanno dimostrato che non vi era alcun legame biologico tra loro. Questo evidenzia quanto siano spesso inaffidabili le interpretazioni tradizionali basate su prove limitate.
Un'altra narrazione messa in discussione riguarda due individui trovati in apparente abbraccio. Si pensava fossero sorelle o madre e figlia, ma l'analisi del DNA suggerisce che almeno uno di loro fosse maschio. Come ha sottolineato Steven Ellis, archeologo dell'Università di Cincinnati, questi studi ci ricordano che esistono "miti da sfatare" e che molte delle storie costruite intorno ai calchi sono interpretazioni semplificate per attirare l'interesse del pubblico.
La Diversità Genetica della Popolazione di Pompei
Oltre a svelare le verità sulle relazioni tra le vittime, l'analisi del DNA ha anche confermato che la popolazione di Pompei era geneticamente diversificata. Gli individui analizzati erano discendenti di immigrati provenienti dall'area del Mediterraneo orientale. Steven Ellis ha spiegato che questa diversità era già evidente dagli ornamenti, dai culti praticati e dalle decorazioni delle case, ma ora abbiamo una conferma diretta anche dai calchi stessi. Questa è una scoperta importante, perché fornisce un quadro più completo della vita e della composizione della società pompeiana.
Conclusione
Le nuove scoperte ottenute attraverso l'analisi del DNA delle vittime di Pompei offrono una prospettiva inedita e più accurata sulle vite di coloro che persero la vita durante l'eruzione del Vesuvio. La genetica sta riscrivendo la storia di queste persone, mettendo in luce verità che sfidano le interpretazioni tradizionali e i miti costruiti nel tempo. Queste scoperte non solo contribuiscono a una maggiore comprensione della tragedia di Pompei, ma sottolineano anche l'importanza di utilizzare approcci scientifici per svelare le complessità del passato. Grazie a questi studi, possiamo finalmente conoscere meglio chi erano davvero le vittime di una delle più grandi tragedie della storia antica.
FONTE