Disturbi della nutrizione e della salute comportamentale: ansia e depressione (parte 2_DIETA E DEPRESSIONE)
Prevenire e gestire i disturbi depressivi è una priorità di salute pubblica globale perché l'elevata prevalenza e la lunga durata creano notevoli oneri economici, personali e sanitari. Dal 1990, i disturbi depressivi maggiori sono stati il secondo contributo maggiore al carico di malattia globale quantificato come anni di vita vissuti in condizioni di salute non ideali. Nel 2017, il 13,3% dei giovani di età compresa tra 12 e 17 anni e il 7,1% degli adulti di età superiore ai 18 anni hanno avuto un episodio depressivo maggiore. I disturbi depressivi comprendono il disturbo depressivo maggiore, la distimia e il disturbo bipolare, ognuno dei quali causa significative menomazioni nella capacità utili alla vita di tutti i giorni. Queste malattie gravi, che sono associate ad un aumentato rischio di suicidio, devono essere distinte dai sintomi minori e transitori della depressione. I sintomi della depressione maggiore includono umore depresso, perdita di interesse e di piacere, sensi di colpa, bassa autostima, disturbi del sonno, disturbi dell'appetito, sensazione di stanchezza, scarsa concentrazione e pensieri suicidi.
I disturbi depressivi sono complessi e non hanno un'unica causa. Sesso, genere, stato socioeconomico, supporto sociale, stress, uso di alcol e droghe, fattori genetici ed epigenetici, infiammazione, malattie mediche, disfunzione endoteliale e dieta contribuiscono tutti ad aumentare il rischi. Ulteriori emergenti prove suggeriscono che il microbioma sia associato allo sviluppo della depressione, tuttavia i nessi causali devono ancora essere stabiliti.
Modelli dietetici e depressione
La dieta è un fattore di rischio modificabile per la depressione, quindi i miglioramenti alla dieta possono ridurre il peso dei disturbi depressivi. È interessante notare che l'aumento dei disturbi depressivi negli ultimi decenni è parallelo a un declino dei comportamenti di uno stile di vita sano, inclusa l'assunzione di una dieta di qualità inferiore.
PARTE 3_STUDI CLINICI
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