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Difendersi dalla propaganda nell’era dell’informazione globalizzata

Oggi più che mai, con l'avvento della globalizzazione dell'informazione e l'accesso immediato a notizie e contenuti di ogni tipo, è diventato fondamentale capire come difendersi dalla propaganda. Il fotoreporter e documentarista Giorgio Bianchi offre una prospettiva chiara e pragmatica su questo tema, spiegando come il sistema mediatico contemporaneo sia intrinsecamente legato a logiche di potere e come, per navigare in un mare di informazioni, sia necessario sviluppare strumenti critici adeguati.

Cos'è la propaganda nell'era digitale?

La propaganda non è un concetto nuovo, ma la sua diffusione e i suoi meccanismi si sono evoluti radicalmente con l'arrivo dei social network e delle piattaforme digitali. Questi strumenti, originariamente concepiti per connettere le persone, sono stati rapidamente convertiti in armi di profilazione di massa. Le persone vengono targettizzate con informazioni su misura, selezionate in base alle loro preferenze, comportamenti e interessi online. Questo rende difficile distinguere tra informazione veritiera e contenuti manipolati, spesso creati con l'obiettivo di orientare l'opinione pubblica verso determinati interessi.

La censura delle informazioni

Secondo Bianchi, la censura gioca un ruolo centrale nella strategia propagandistica. Il problema, infatti, non è solo la diffusione di notizie false o manipolate, ma anche l'esclusione sistematica di punti di vista alternativi. In un contesto come quello attuale, dove i conflitti geopolitici sono sempre più complessi, alcune narrazioni vengono deliberatamente oscurate. Un esempio citato è il conflitto in Ucraina, dove la visione russa è stata largamente censurata dai media occidentali, rendendo difficile per il pubblico formarsi un'opinione completa e bilanciata.

L'omologazione dell'informazione

Un altro aspetto che Bianchi sottolinea è l'omologazione dell'informazione. Un numero sempre più ristretto di grandi gruppi editoriali controlla la maggior parte dei mezzi di comunicazione, riducendo così la varietà di punti di vista. Questi gruppi rispondono a interessi economici e politici specifici, e spesso diffondono una versione omogenea degli eventi globali. Ciò che viene diffuso come "verità" è, in molti casi, il riflesso degli interessi di questi poteri forti.

L'importanza della conoscenza

Per difendersi dalla propaganda, Bianchi insiste sulla necessità di conoscere i meccanismi che stanno alla base della creazione e della diffusione delle informazioni. Solo acquisendo una consapevolezza critica e imparando a riconoscere i segnali della manipolazione, è possibile sviluppare un pensiero autonomo. La conoscenza diventa così l'unico strumento di difesa contro la distorsione delle informazioni, un modo per evitare di essere strumentalizzati in un gioco di potere che si serve delle emozioni, delle paure e dei pregiudizi delle persone.

Le origini militari dei social network

Bianchi fa luce anche sulle origini poco conosciute di alcuni strumenti oggi largamente utilizzati, come i social network. Molti di questi strumenti sono stati sviluppati in ambito militare, con lo scopo di raccogliere dati personali e profilare la popolazione. Progetti come Lifelog, un'iniziativa del DARPA (il dipartimento di ricerca avanzata del Pentagono), puntavano a creare un archivio digitale della vita degli utenti. Anche se questo programma fu ufficialmente chiuso, poco dopo nacque Facebook, un social network che ha effettivamente realizzato lo stesso obiettivo, ma sotto una veste commerciale.

La centralizzazione delle informazioni

L'informazione centralizzata è un problema che tocca anche i media tradizionali. Bianchi sottolinea come le testate giornalistiche di oggi siano spesso controllate da pochi gruppi editoriali, il che riduce la possibilità di accesso a punti di vista diversi. Questo crea un ciclo chiuso, dove solo determinate versioni degli eventi sono disponibili, mentre altre vengono sistematicamente omesse o ridotte al silenzio. I media digitali, nonostante la loro apparente libertà, funzionano in modo simile, attraverso algoritmi che selezionano per noi le notizie, indirizzandoci verso un'unica narrazione dominante.

Conclusione: come difendersi?

Bianchi propone un approccio basato sulla consapevolezza e sulla curiosità intellettuale. Per evitare di essere travolti dalla propaganda, è necessario diversificare le proprie fonti, confrontare le notizie da più punti di vista e non affidarsi ciecamente a una sola versione dei fatti. La propaganda funziona perché si rivolge a chi è meno attrezzato per riconoscerla. L'istruzione e il pensiero critico sono, quindi, le armi più potenti per non diventare vittime della manipolazione dell'informazione.
In un'epoca in cui l'informazione è globalizzata e costantemente accessibile, la vera sfida è saper filtrare ciò che è genuino da ciò che è manipolato. Solo attraverso la ricerca della verità e la conoscenza profonda dei meccanismi mediatici possiamo sperare di non cadere nelle trappole della propaganda.

Di Gaetano

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