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Craving Alimentare, Vitamina A e Disturbi Mestruali: Un'Analisi Approfondita tra Studentesse Universitarie

I disturbi mestruali, tra cui la dismenorrea, la sindrome premestruale (PMS) e i cicli mestruali irregolari (IMC), sono problematiche diffuse che colpiscono la qualità della vita di molte giovani donne, specialmente durante l'età universitaria. Lo studio qui analizzato ha esaminato la prevalenza di tali disturbi tra le studentesse universitarie in Bangladesh, con un focus su due fattori principali: craving alimentare (soprattutto verso cibi grassi e dolci) e l'assunzione di vitamina A da fonti vegetali e animali. Lo studio ha rivelato associazioni significative tra le abitudini alimentari, l'attività fisica e il BMI con l'insorgenza e la gravità dei disturbi mestruali.

Dismenorrea: Il Disturbo Più Comune

La dismenorrea, caratterizzata da dolori mestruali severi, è risultata il disturbo mestruale più diffuso, colpendo il 68,3% delle partecipanti. I risultati dello studio indicano che le giovani donne che hanno forti craving alimentari per cibi grassi e dolci sono significativamente più propense a soffrire di dismenorrea. In particolare, le partecipanti con craving avevano una probabilità 2,4 volte maggiore di sperimentare dismenorrea rispetto a quelle senza questo desiderio. Questo dato è coerente con ricerche precedenti che collegano il consumo di cibi ricchi di grassi e zuccheri con l'aumento della produzione di prostaglandine, sostanze coinvolte nella contrazione dell'utero e nel dolore mestruale.
Uno dei risultati più interessanti riguarda il consumo di cibi ricchi di vitamina A da fonti vegetali, che sembrerebbe ridurre il rischio di dismenorrea del 40%. Al contrario, il consumo di vitamina A da fonti animali non ha mostrato lo stesso effetto protettivo.

Sindrome Premestruale (PMS) e Fattori Associati

Circa il 33,8% delle partecipanti ha riferito di soffrire di sindrome premestruale (PMS), un disturbo caratterizzato da cambiamenti dell'umore, ansia, irritabilità e sintomi fisici come gonfiore e dolori al seno. Anche in questo caso, i craving per cibi dolci e grassi sono stati identificati come un fattore di rischio importante, con un aumento del rischio di PMS di quasi 4 volte rispetto a chi non aveva craving. L'attività fisica regolare sembra agire da fattore protettivo, riducendo significativamente il rischio di PMS tra le studentesse che si dedicavano a esercizi aerobici o attività atletiche.

Ciclo Mestruale Irregolare (IMC)

Il 24,3% delle partecipanti ha riportato un ciclo mestruale irregolare, con periodi che si verificavano a intervalli di tempo irregolari. Lo studio ha rilevato che le donne che consumavano grandi quantità di cibi ad alto contenuto di grassi erano tre volte più a rischio di sperimentare un ciclo irregolare rispetto a quelle senza craving. D'altra parte, il consumo di vitamina A da fonti vegetali si è rivelato benefico, riducendo il rischio di cicli irregolari del 60%. Al contrario, l'assunzione di vitamina A da fonti animali sembra invece aumentare il rischio di cicli irregolari, suggerendo che un'elevata assunzione di carne e prodotti di origine animale possa avere un impatto negativo sulla regolarità del ciclo mestruale.

Altri Fattori di Rischio: BMI e Attività Fisica

Il BMI è risultato essere un fattore cruciale nell'insorgenza dei disturbi mestruali. Lo studio ha evidenziato una correlazione a "U" tra il BMI e la dismenorrea: sia le partecipanti sottopeso che quelle sovrappeso/obese avevano una probabilità significativamente maggiore di soffrire di dismenorrea rispetto alle donne con un BMI normale. Inoltre, le donne con un BMI elevato avevano una probabilità tripla di sperimentare cicli mestruali irregolari rispetto a quelle di peso normale.
Anche l'attività fisica ha mostrato un'influenza significativa: le partecipanti con uno stile di vita sedentario erano più propense a soffrire di PMS e cicli mestruali irregolari. Questo suggerisce che l'esercizio regolare può essere un fattore di prevenzione importante per questi disturbi.

Implicazioni per la Salute Pubblica

I risultati di questo studio evidenziano l'importanza di promuovere una dieta equilibrata e ricca di vitamine, specialmente vitamina A da fonti vegetali, come strategia per ridurre l'incidenza dei disturbi mestruali tra le giovani donne. Allo stesso modo, ridurre il consumo di cibi grassi e dolci e incoraggiare uno stile di vita attivo potrebbe avere effetti positivi sulla salute mestruale.
In conclusione, questo studio ha contribuito a far luce sui fattori che influenzano i disturbi mestruali nelle giovani donne, sottolineando il ruolo centrale della dieta e dello stile di vita. Politiche sanitarie mirate a migliorare la consapevolezza nutrizionale e a promuovere l'attività fisica potrebbero ridurre significativamente il carico di disturbi mestruali tra le studentesse universitarie, migliorando così la loro qualità di vita e il loro rendimento accademico.
FONTE

Di Gaetano

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