COP28 e la Sfida Alimentare Globale: Ridurre le Emissioni attraverso Cambiamenti nei Sistemi Alimentari
Durante la conferenza sul clima COP28 a Dubai, 134 Paesi hanno firmato una storica dichiarazione per ridurre le emissioni di gas serra derivanti dalla produzione e dal consumo di cibo. Questa iniziativa segna la prima volta in quasi tre decenni di vertici sul clima che i sistemi alimentari vengono riconosciuti come un fattore chiave nella lotta contro il cambiamento climatico. Il 10 dicembre, la COP28 ha dedicato una giornata intera alla discussione su come ridurre le emissioni provenienti da cibo e agricoltura.
Rendere i sistemi alimentari più sostenibili è cruciale per mantenere vivo l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C sopra i livelli pre-industriali, come concordato nella COP21 a Parigi nel 2015. La produzione di cibo, dalla fattoria alla tavola, è responsabile di circa un terzo delle emissioni globali di gas serra, con il 70% di queste emissioni proveniente dall'agricoltura e dai cambiamenti nell'uso del suolo, come il disboscamento per far posto alle colture.
Un ambito evidente per la riduzione delle emissioni è rappresentato dalla limitazione dell'uso di fertilizzanti che richiedono molto combustibile fossile e dalla riduzione degli sprechi alimentari. Circa la metà delle emissioni dei sistemi alimentari proviene dal cibo perso nella catena di fornitura o sprecato. Ridurre del 50% la perdita e lo spreco di cibo potrebbe eliminare circa un quarto delle emissioni derivanti dal sistema alimentare.
La dichiarazione firmata impone alle nazioni di includere il cibo e l'agricoltura nei loro piani nazionali di riduzione delle emissioni (Nationally Determined Contributions, NDCs), in linea con l'obiettivo di Parigi. Tuttavia, l'impatto iniziale della dichiarazione potrebbe essere limitato, poiché non è vincolante legalmente e non menziona il ruolo dei combustibili fossili nei sistemi alimentari, come quelli usati per il trasporto del cibo, nella meccanizzazione agricola e nella refrigerazione.
La riduzione delle emissioni legate al cibo è legata principalmente a ciò che mangiamo. Carne, latticini e altri prodotti animali generano più emissioni rispetto ad altri tipi di cibo, come frutta e verdura. Ridurre a livello globale il consumo di carne di metà potrebbe ridurre le emissioni del sistema alimentare di quasi un quarto se le calorie venissero sostituite con altri tipi di cibo. Secondo Helen Harwatt, ricercatrice sui sistemi alimentari presso Chatham House, la priorità dovrebbe essere ridurre il consumo di prodotti animali nei Paesi ad alto consumo. Attualmente solo il 4% delle finanze globali per il clima è destinato ai sistemi alimentari.
Tuttavia, cambiare le abitudini alimentari su scala globale è complesso e principalmente politico. Spesso i governi sostengono che la produzione alimentare su scala industriale sia necessaria per garantire cibo sicuro e nutriente che favorisca la crescita economica, dando meno enfasi agli impatti ambientali. C'è anche una dimensione nutrizionale da considerare, poiché in molti Paesi a basso e medio reddito la carne rappresenta una rara fonte di proteine, nonostante l'aumento del consumo.
In conclusione, il vertice COP28 ha aperto nuove prospettive per affrontare il cambiamento climatico attraverso i sistemi alimentari, ma la strada da percorrere rimane complessa e richiede decisioni politiche e sociali ponderate.