La COP16 sulla Biodiversità a Cali: Tra Stallo e Speranza per il Futuro
La COP16 sulla biodiversità, in corso a Cali, in Colombia, è ormai giunta alla fase decisiva, ma affronta una situazione di stallo sui temi centrali, in particolare quelli legati al finanziamento delle azioni per la tutela della biodiversità.
Obiettivi e Sfide della COP16
La conferenza, ribattezzata dalla presidenza colombiana la "COP delle Persone" e "COP dell'Implementazione", ha l'ambizioso obiettivo di concretizzare il Global Biodiversity Framework (GBF), un quadro di riferimento globale per proteggere la biodiversità. Tra gli obiettivi principali vi è la raccolta di fondi internazionali per sostenere la conservazione della biodiversità, con una cifra target di 20 miliardi di dollari entro il 2025 e 30 miliardi entro il 2030. Tuttavia, sono sorti disaccordi significativi riguardo la gestione e l'allocazione di questi fondi.
Questione Finanziaria e Dissonanza tra le Nazioni
Il tema economico è il maggiore punto di attrito: i paesi occidentali propongono strumenti finanziari avanzati per sostenere le azioni di conservazione, mentre i paesi in via di sviluppo richiedono risorse immediate, anche per via delle loro vulnerabilità. Anche la Cina gioca un ruolo cruciale, rifiutando di unirsi al club dei "grandi finanziatori" per via del suo status non completamente responsabilizzato nella crisi della biodiversità.
In questo contesto, i paesi mega-diversi - come Brasile, Congo e Indonesia, che possiedono vaste aree di biodiversità - desiderano una maggiore influenza sulla gestione dei fondi e minori restrizioni sui progetti. Secondo il negoziatore brasiliano André Corrêa do Lago, il finanziamento per la biodiversità dovrebbe rispecchiare il peso delle risorse naturali dei paesi beneficiari.
Critiche alla Struttura del Global Biodiversity Framework Fund
La Global Environmental Facility (GEF), incaricata di gestire il Global Biodiversity Framework Fund, è al centro di numerose critiche. Viene accusata di avere una governance sbilanciata a favore dei paesi ricchi e di rendere complesso l'accesso ai fondi per i paesi in via di sviluppo. Alcune organizzazioni, come Survival International, lamentano che la struttura del GEF favorisca ancora un modello di conservazione di tipo coloniale, che attraverso la creazione di parchi nazionali esclude le popolazioni indigene dalle loro terre ancestrali.
Il Segmento di Alto Livello: La Speranza di una Svolta
Il 31 ottobre inizia la parte finale della conferenza, il cosiddetto Segmento di Alto Livello, in cui leader politici e ministri si uniranno ai negoziati. È previsto l'arrivo di sei capi di stato e oltre 100 ministri, i quali avranno il compito di risolvere lo stallo attuale e prendere decisioni definitive.
Il Rischio di un Conflitto Immutato
La COP16 rischia di ripetere l'impasse già vissuta nei negoziati climatici: senza compromessi e avanzamenti concreti, ogni delegazione potrebbe rimanere ferma sulle proprie posizioni iniziali, vanificando così gli sforzi fatti. Questo rischio è amplificato dalla vicinanza della scadenza del 2025, entro cui i paesi sviluppati dovrebbero garantire i primi finanziamenti per la biodiversità, come stabilito dalla COP15 di Montreal.
Conclusioni e Sguardo al Futuro
In conclusione, il successo della COP16 dipenderà dalla volontà politica dei leader mondiali e dalla capacità di raggiungere un compromesso sui finanziamenti. Se questa conferenza non dovesse produrre risultati tangibili, le ripercussioni per la biodiversità globale potrebbero essere gravissime.