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La Complessa Crisi tra Israele e Libano: Il Ruolo di Hezbollah e il Contesto Internazionale

L'ultimo attacco di Israele contro il sud di Beirut, che ha portato alla morte di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, rappresenta un ulteriore episodio di un conflitto storico e complesso tra Israele e le milizie libanesi. Questo evento ha sollevato preoccupazioni riguardo alle conseguenze immediate e future della regione, alimentando il rischio di una rappresaglia da parte di Hezbollah e altre fazioni legate all'Iran. La domanda che ci si pone ora è: quali saranno le prossime mosse, non solo di Israele, ma anche dei vari attori coinvolti in questo delicato equilibrio geopolitico?

Il Contesto dell'Attacco

Israele ha colpito Beirut sud, un'area considerata una roccaforte di Hezbollah, con l'intento dichiarato di neutralizzare Nasrallah, una figura di spicco che rappresenta una minaccia per la sicurezza israeliana. Tuttavia, l'attacco ha suscitato critiche internazionali, sia per la perdita di vite civili, sia per la violazione del diritto internazionale, dato che è avvenuto in territorio libanese, uno Stato sovrano. Marco Travaglio, nel suo commento, sottolinea come Israele tratti il Libano come il "cortile di casa sua", agendo in maniera unilaterale senza considerare le ripercussioni umanitarie.

Il Dilemma del Diritto Internazionale

La morte di Nasrallah, se da un lato viene vista come una vittoria contro il terrorismo, dall'altro solleva importanti questioni sul diritto internazionale e sull'uso della forza. Bombardare un intero quartiere per eliminare un singolo obiettivo pone problemi non solo etici ma anche legali. Si tratta di atti che potrebbero essere interpretati come terrorismo di Stato, con il rischio di innescare una spirale di violenza che potrebbe coinvolgere non solo Hezbollah, ma anche altre milizie in Medio Oriente.

Le Reazioni Internazionali

Travaglio evidenzia come l'attuale governo israeliano, guidato da Benjamin Netanyahu, sia particolarmente isolato sulla scena internazionale. Il discorso di Netanyahu all'ONU, in cui ha definito l'organizzazione una "palude antisemita", è stato un gesto senza precedenti che ha segnato una rottura diplomatica profonda. La posizione di Israele, in passato sostenuta dall'ONU per la creazione dello Stato nel 1947, sembra oggi più fragile che mai.
Nel frattempo, gli attori internazionali come l'Iran e la Cina osservano la situazione con attenzione. Secondo Travaglio, questi paesi stanno aspettando il momento giusto per intervenire, con l'Iran che trae vantaggio dal caos scatenato dalle azioni di Netanyahu. L'isolamento diplomatico di Israele potrebbe, nel lungo termine, favorire una maggiore influenza iraniana e cinese nella regione.

La Fragilità dell'Occidente

Un altro aspetto sottolineato è la debolezza dell'Occidente in questa crisi. Gli Stati Uniti, con un'amministrazione percepita come "debole" sotto la guida di Joe Biden, e l'Europa, che fatica a trovare una posizione unitaria sia sulla guerra in Ucraina sia sul Medio Oriente, sembrano incapaci di gestire la crisi. La Russia, impegnata nel conflitto ucraino, e la Cina, concentrata sugli interessi economici, lasciano campo libero a Israele per agire senza vincoli, ma questo potrebbe portare a un maggiore isolamento dell'Occidente nella regione.

Conseguenze a Lungo Termine

La morte di Nasrallah non fermerà Hezbollah né altri gruppi come Hamas. Al contrario, il rischio è che questi gruppi si rafforzino, alimentati dall'odio contro Israele e dal desiderio di vendetta per la morte del loro leader. La strategia di Netanyahu, secondo Travaglio, potrebbe dunque avere un effetto boomerang, con la nascita di nuovi leader e un incremento del terrorismo nella regione.
In conclusione, il quadro che emerge è estremamente preoccupante. Israele, pur cercando di difendere la propria sicurezza, sta rischiando di innescare una catena di eventi che potrebbe destabilizzare ulteriormente il Medio Oriente. Il ruolo delle potenze internazionali sarà cruciale nel determinare il futuro della regione, ma attualmente l'assenza di un vero leader occidentale capace di gestire la crisi lascia un vuoto pericoloso che potrebbe essere sfruttato dai nemici di Israele.
La situazione richiede una riflessione profonda non solo sulla legittimità degli attacchi, ma anche su come promuovere una soluzione duratura e stabile, evitando un'escalation di violenza senza fine.

Di Gaetano

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