Come pagare meno tasse su Bitcoin e criptovalute in modo legale
Negli ultimi tempi, il tema della tassazione sulle criptovalute ha suscitato grande interesse, specialmente con l'aumento della diffusione di Bitcoin e altre crypto. In Italia, le normative fiscali stanno cambiando, e questo potrebbe portare a una tassazione molto più elevata. Tuttavia, ci sono modi legali per ridurre al minimo le imposte o addirittura azzerarle. Vediamo insieme alcuni dei punti chiave per ottimizzare la gestione fiscale delle criptovalute.
Tassazione sulle plusvalenze
Le criptovalute vengono tassate quando si realizza una plusvalenza, ovvero quando si vendono crypto convertendole in euro o in altre valute stabili come gli Stablecoin riconosciuti dalla normativa MICA (Markets in Crypto-Assets). Tuttavia, se non si realizza nessuna vendita o non si convertono criptovalute in token fiscali rilevanti (quelli riconosciuti dalla legge), non si incorre in eventi tassabili.
Ad esempio, vendere Bitcoin in cambio di euro comporta una tassazione, mentre il semplice scambio tra criptovalute, se non si realizza in euro o token riconosciuti, può non essere tassato.
Le proposte di nuove aliquote
Recentemente, è stata avanzata la proposta di aumentare la tassazione fino al 42%. Anche se questa percentuale non è ancora stata confermata e il processo di approvazione è in corso, chi possiede criptovalute deve essere consapevole di questa possibilità e prepararsi a un cambiamento della normativa.
Come ridurre legalmente le tasse
Ci sono diversi modi per ottimizzare la tassazione o evitarla legalmente. Ecco alcune strategie:
Non vendere in euro: Se non si convertono criptovalute in euro o altre valute fiat, non si genera un evento tassabile. Questo significa che tenere (o "holdare") le criptovalute senza vendere può aiutare a evitare le tasse.
Usare Stablecoin non tassabili: Alcuni Stablecoin non sono fiscalmente rilevanti. Ad esempio, Dai, Pax Gold o altre criptovalute non riconosciute come iMoney Token secondo la normativa MICA possono essere utilizzate per convertire criptovalute senza incorrere in tassazione.
Convertire criptovalute in beni o servizi: Pagare beni o servizi direttamente con criptovalute può sembrare una soluzione interessante, ma è importante ricordare che anche in questo caso si tratta di un evento tassabile.
Usare prestiti in criptovalute: Un'altra soluzione è usare piattaforme che permettono di prendere in prestito euro utilizzando criptovalute come garanzia (collaterale). In questo modo, si ottiene liquidità senza vendere criptovalute e quindi senza incorrere in tassazione immediata. Tuttavia, bisogna essere cauti e considerare i rischi di questo approccio.
Rimanere sotto la soglia di 2.000 euro: In Italia, le plusvalenze sotto i 2.000 euro all'anno non sono tassabili. È possibile sfruttare questa soglia per vendere piccole quantità di criptovalute ogni anno, mantenendo la tassazione a zero.
Il futuro delle normative fiscali
Le leggi fiscali cambiano continuamente, soprattutto in settori innovativi come quello delle criptovalute. Un'altra strategia può essere semplicemente quella di aspettare modifiche normative più favorevoli, come condoni o rivalutazioni delle criptovalute, che potrebbero ridurre l'impatto fiscale nel futuro.
Ad esempio, in passato, l'Italia ha offerto la possibilità di rivalutare gli investimenti, pagando un'aliquota ridotta. Potrebbe succedere anche per le criptovalute, permettendo di pagare meno tasse in un contesto di maggiore chiarezza normativa.
Considerazioni finali
In definitiva, gestire le criptovalute in modo fiscalmente efficiente richiede una buona conoscenza delle leggi in vigore e delle potenziali evoluzioni. Holdare, usare Stablecoin non tassabili e sfruttare le soglie di esenzione sono alcune delle strategie che possono essere adottate per pagare meno tasse o posticiparle.
Monitorare costantemente le normative e tenere traccia delle transazioni è fondamentale per evitare problemi con il fisco e tutelare i propri investimenti in modo legale.