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Come funzionano le valutazioni delle startup? Una guida alle dinamiche che le determinano

Le valutazioni delle startup sono spesso oggetto di grande curiosità, specialmente quando si tratta di cifre astronomiche, come nel caso di OpenAI, recentemente valutata a 150 miliardi di dollari. Ma cosa si cela dietro queste valutazioni? E perché una startup che perde miliardi può comunque essere valutata così tanto?

Il caso di OpenAI: un esempio straordinario

Il caso di OpenAI è emblematico del funzionamento delle valutazioni nel mondo delle startup tech. Nonostante una perdita annuale di circa 5 miliardi di dollari, la sua valutazione è cresciuta enormemente, passando da 86 miliardi nell'ultimo round a 150 miliardi. Questo aumento è dovuto in parte alla competizione tra venture capital e investitori, desiderosi di partecipare al successo potenziale di una delle aziende più innovative nel campo dell'intelligenza artificiale.
OpenAI rappresenta un'azienda con una crescita esplosiva, in un settore - quello dell'AI - che è considerato cruciale per il futuro tecnologico globale. In questo contesto, la valutazione non riflette solo gli utili attuali, ma una proiezione del suo potenziale di diventare una delle Big Tech del futuro.

Valutazioni e margine operativo lordo (EBITDA)

Per la maggior parte delle aziende, la valutazione è strettamente collegata al margine operativo lordo (EBITDA), una misura della redditività aziendale. Le startup che sono in una fase avanzata di sviluppo vengono spesso valutate in base a multipli dell'EBITDA, che variano a seconda del tasso di crescita dell'azienda. Ad esempio, un'azienda con una crescita rapida potrebbe essere valutata 30 volte il suo margine operativo lordo, mentre aziende più mature e stabili potrebbero essere valutate 10-15 volte gli utili.
Nel caso delle startup tecnologiche, dove spesso gli utili non sono ancora significativi, la valutazione si basa più sulle proiezioni future di crescita. Qui entrano in gioco fattori come il numero di utenti, la crescita delle entrate, e la potenziale leadership di mercato.

Valutazioni iniziali e startup in fase seed

Quando una startup è nelle sue prime fasi, prima di avere entrate significative, le valutazioni sono spesso più speculative. Ad esempio, nelle fasi seed, le valutazioni possono basarsi sul team e sulle competenze tecniche del personale, in particolare degli ingegneri. In Silicon Valley, per esempio, il valore di una startup può essere legato al numero di ingegneri nel team, con una valutazione tipica di 2-3 milioni di dollari per ingegnere.
Inoltre, nelle fasi iniziali, l'interesse degli investitori può creare una sorta di asta al rialzo, dove l'ingresso di capitali è altamente competitivo. Questo fenomeno può portare a valutazioni molto elevate, anche in assenza di profitti o di un prodotto maturo.

La questione della Liquidation Preference

Un aspetto tecnico importante che molti imprenditori trascurano durante le fasi di raccolta fondi è la liquidation preference. Questo termine indica un meccanismo per cui gli investitori ricevono il loro capitale (spesso moltiplicato) prima che gli imprenditori possano beneficiare di un'eventuale exit. Ad esempio, una liquidation preference di 1,5x significa che l'investitore otterrà 1,5 volte l'importo investito prima che l'imprenditore riceva una parte del guadagno.
Questo meccanismo, sebbene comune, può portare a situazioni in cui gli imprenditori vedono una porzione molto ridotta dei guadagni, nonostante una valutazione elevata. La liquidation preference è uno dei motivi per cui gli imprenditori dovrebbero essere cauti nel cercare di alzare troppo le valutazioni in modo artificiale.

Software as a Service (SaaS) e multipli sulle entrate

Un altro settore che ha visto valutazioni eccezionali è quello del Software as a Service (SaaS). Le startup in questo ambito vengono spesso valutate in base alle entrate annuali ricorrenti (ARR), con multipli che possono arrivare a 30-40 volte le entrate. Questo perché il modello SaaS è visto come molto scalabile e garantisce entrate stabili e prevedibili, rendendolo particolarmente attraente per gli investitori.
In questo caso, gli investitori non si concentrano tanto sugli utili immediati, ma sulle entrate ricorrenti, che rappresentano una base solida per la crescita futura.

Errori comuni nelle valutazioni delle startup

Uno degli errori più comuni che fanno le startup, soprattutto nelle prime fasi, è quello di sovrastimare la propria valutazione. Questo può creare problemi quando la startup tenta di raccogliere ulteriori fondi, poiché potrebbe trovarsi costretta a fare un down round, ovvero raccogliere denaro a una valutazione inferiore rispetto al round precedente. Questo tipo di correzione è particolarmente dannosa, sia per l'immagine dell'azienda, sia per gli investitori.
Inoltre, alzare troppo la valutazione può avere un impatto negativo nel lungo termine, quando si arriva al momento dell'exit. Un'impostazione errata delle valutazioni iniziali può portare a scenari in cui, nonostante una vendita di successo, gli imprenditori si trovano a guadagnare poco o nulla a causa delle preferenze degli investitori.

Conclusione: una questione di equilibrio

Le valutazioni delle startup sono un equilibrio delicato tra il potenziale futuro e la situazione attuale. Per aziende come OpenAI, la valutazione riflette più il loro potenziale a lungo termine che i risultati economici attuali. D'altra parte, per startup in fasi più avanzate, la valutazione deve essere allineata agli utili e alla crescita reale. Il rischio di sovrastimare può portare a conseguenze negative, tra cui exit poco redditizie o down round che danneggiano la reputazione.

Di Gaetano

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