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Come i docenti precari possono ottenere da 4 a 24 mensilità di risarcimento: le novità del Decreto 131

Negli ultimi anni, il tema del precariato nella scuola pubblica italiana ha generato un dibattito sempre più acceso, soprattutto riguardo all'abuso dei contratti a termine. Il governo è intervenuto con il Decreto Legge n. 131 del 16 settembre 2024, noto anche come Decreto Salva Infrazioni, che ha introdotto importanti novità per i lavoratori precari della scuola. In particolare, la norma prevede un innalzamento del risarcimento dovuto a coloro che hanno subito una reiterazione abusiva di contratti a tempo determinato.

Cosa prevede il Decreto 131

Il Decreto 131 ha modificato l'articolo 36 del Testo Unico sul Pubblico Impiego, aumentando il risarcimento per i lavoratori precari che hanno subito un abuso di contratti a termine. Prima del decreto, l'importo previsto andava da 2,5 a 12 mensilità, mentre ora il risarcimento è salito da 4 a 24 mensilità. Questa modifica è stata introdotta per rispondere alle sollecitazioni dell'Unione Europea, che da tempo ha avviato una procedura di infrazione contro l'Italia per la violazione delle normative sul lavoro a termine.

Chi può beneficiare del risarcimento

Non tutti i docenti precari hanno diritto a questo risarcimento. La normativa è chiara: per poter richiedere il risarcimento, è necessario aver accumulato almeno 36 mesi di contratti a termine, senza una giustificazione oggettiva per il mancato rinnovo a tempo indeterminato. Nello specifico, si tratta dei docenti che hanno lavorato almeno 180 giorni per anno scolastico per tre anni consecutivi, o comunque in un arco di tempo che non superi i 36 mesi.
Questa soglia è fondamentale, poiché un singolo contratto a termine non consente di beneficiare del risarcimento. Se si rientra in questi requisiti, è possibile procedere con la richiesta di risarcimento.

Tempistiche per avanzare la richiesta

Un aspetto cruciale per ottenere il risarcimento è il rispetto delle scadenze. I docenti che hanno lavorato fino al 30 giugno 2024 devono agire rapidamente: hanno a disposizione 120 giorni dalla fine del contratto per impugnare il termine e avviare la richiesta di risarcimento. Pertanto, il termine ultimo per coloro che hanno terminato il lavoro a giugno è la metà di ottobre 2024. Coloro che, invece, hanno concluso il loro contratto il 31 agosto 2024, hanno un po' più di tempo, ma anche per loro scatta il conto dei 120 giorni dal termine del contratto.
Una volta inviata la comunicazione di impugnazione tramite PEC o raccomandata, è necessario, entro 180 giorni, presentare ricorso presso il Tribunale del Lavoro competente. Il tribunale a cui fare riferimento è quello del luogo in cui il docente ha prestato servizio, o dell'ultima sede di incarico.

Come funziona il risarcimento

Il risarcimento non viene erogato automaticamente, ma richiede una sentenza del giudice del lavoro. Il giudice stabilisce l'importo finale, che può variare tra le 4 e le 24 mensilità, in base alla durata complessiva del precariato. Ad esempio, i docenti che hanno accumulato più di 36 mesi di contratti potrebbero ottenere una somma superiore rispetto a chi ha raggiunto il minimo di tre anni.
Il risarcimento viene calcolato sulla base della retribuzione tabellare del docente e include anche altre voci retributive. In ogni caso, si tratta di una cifra significativa che riconosce l'abuso di contratti a termine e offre un ristoro economico importante.

Documenti necessari per presentare la richiesta

Per presentare la richiesta di risarcimento, è necessario fornire al proprio avvocato una serie di documenti che provino il diritto al risarcimento. Tra i più importanti ci sono:

  • Contratti a tempo determinato firmati con le scuole in cui si è prestato servizio.
  • Estratto contributivo INPS, che certifica i periodi di lavoro svolti come dipendenti pubblici.
  • Certificazioni Uniche (CUD), che riportano i periodi di lavoro a termine.

Questi documenti sono essenziali per dimostrare la durata e la continuità del precariato e per consentire al giudice di valutare la corretta entità del risarcimento.

La procedura non è automatica

Un punto importante da chiarire è che il risarcimento non verrà accreditato automaticamente in busta paga. Non esiste una modalità automatica di liquidazione da parte del Ministero; l'unico modo per ottenere il risarcimento è avviare la procedura legale e attendere la decisione del giudice.

Conclusioni

Il Decreto 131 rappresenta un'importante vittoria per i docenti precari, offrendo loro la possibilità di ottenere un risarcimento significativo per l'abuso dei contratti a termine. Tuttavia, è essenziale rispettare i requisiti e le scadenze per poter beneficiare di questa opportunità. Se siete docenti precari e rientrate nei requisiti, è consigliabile agire subito per non perdere l'opportunità di ottenere il risarcimento.

Di Gaetano

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