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I cacciatori di uragani: chi sono e come raccolgono dati vitali volando dentro l'uragano Milton

Volare con un aereo direttamente dentro un uragano, affrontando venti fino a 260 km/h, può sembrare un'impresa folle. Tuttavia, è proprio questo il lavoro dei cacciatori di uragani, scienziati altamente specializzati che operano per il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) e che raccolgono dati fondamentali per comprendere e prevedere il comportamento di questi fenomeni estremi. Recentemente, gli aerei NOAA sono stati impegnati nell'analisi dell'uragano Milton, un evento che ci dà l'opportunità di capire meglio il ruolo di questi coraggiosi professionisti e la tecnologia avanzata che usano.

Aerei progettati per resistere agli uragani

I cacciatori di uragani utilizzano principalmente due aerei: il Lockheed WP-3D Orion, conosciuto con i nomi di Kermit e Miss Piggy, e il Gulfstream IV-SP. Il Lockheed WP-3D Orion è un quadrimotore turboelica con una lunghezza di circa 35 metri e un'apertura alare di 30 metri. Questi aerei, originariamente progettati negli anni '70 per scopi militari, sono stati adattati per volare nelle condizioni atmosferiche estreme degli uragani. La scelta di utilizzare aerei turboelica, piuttosto che aerei con turbine normali, è dovuta alla maggiore stabilità di questi velivoli in condizioni di vento non uniforme, come quelle che si incontrano all'interno di un uragano.
Il Gulfstream IV-SP, invece, è di dimensioni leggermente inferiori e viene utilizzato principalmente per studiare cicloni tropicali che non hanno ancora raggiunto la forza di un uragano. Sebbene sia più piccolo, è altrettanto resistente e adatto a raccogliere dati critici in condizioni meteorologiche avverse.

Tecnologie avanzate per la raccolta dei dati

Gli aerei utilizzati dai cacciatori di uragani sono equipaggiati con strumenti di altissima tecnologia, progettati per raccogliere dati che non possono essere ottenuti dai satelliti o da altri strumenti di monitoraggio terrestre. Tra le tecnologie principali ci sono i radar Doppler, posizionati sulla coda e sulla fusoliera degli aerei, che permettono di creare una mappatura tridimensionale della struttura interna dell'uragano. Questi radar misurano la velocità del vento e il tasso di precipitazioni, dati fondamentali per prevedere l'impatto dell'uragano sulle coste, in particolare per quanto riguarda l'altezza delle onde di marea.
Un altro strumento essenziale utilizzato durante le missioni sono le drop sonde, piccoli dispositivi di misurazione che vengono rilasciati dagli aerei all'interno dell'uragano. Le drop sonde sono dotate di un paracadute e scendono lentamente, raccogliendo dati su pressione atmosferica, temperatura, umidità e posizione GPS. Questi dati vengono trasmessi in tempo reale agli scienziati a bordo, che li analizzano per capire meglio la dinamica dell'uragano e prevedere il suo comportamento futuro. Durante l'uragano Milton, l'aereo Miss Piggy ha completato nove missioni di raccolta dati tra il 6 e il 9 ottobre, mentre Kermit ne ha effettuate quattro tra il 7 e il 9 ottobre.

Il coraggio e la preparazione dei cacciatori di uragani

Le missioni dei cacciatori di uragani sono estremamente pericolose e richiedono un alto grado di preparazione e coraggio. Ogni missione dura in media dalle 4 alle 10 ore e coinvolge un equipaggio di 18-20 persone, tra cui piloti, navigatori, ingegneri, tecnici e meteorologi. Nonostante gli aerei siano progettati per resistere a condizioni estreme, gli uragani rappresentano sempre una sfida imprevedibile, e le condizioni all'interno dell'aereo possono diventare rapidamente molto turbolente, come dimostrato dai video registrati durante le missioni nell'uragano Milton.
Il lavoro dei cacciatori di uragani non è privo di rischi mortali. La storia di questa professione ha visto purtroppo anche tragedie, come quella del 1953, quando un aereo impegnato in una missione nel tifone Doris si è schiantato, causando la morte di nove persone. Nonostante questi rischi, i cacciatori di uragani continuano a svolgere il loro lavoro con dedizione, consapevoli che i dati raccolti sono fondamentali per salvare vite e minimizzare i danni causati dagli uragani.

L'origine dei cacciatori di uragani

La storia dei cacciatori di uragani risale agli anni '40, quando i piloti militari iniziarono a sfidarsi volando attraverso gli uragani per dimostrare il loro coraggio. Con il passare del tempo, queste sfide inutilmente pericolose si sono trasformate in missioni scientifiche di fondamentale importanza. Nel 1943 fu costituito il 53° squadrone di ricognizione meteorologica, che operò fino al 1991 prima di essere smantellato. Oggi, la raccolta dei dati sugli uragani è affidata agli scienziati del NOAA, che continuano questa tradizione di esplorazione per scopi scientifici.

Conclusione

Il lavoro dei cacciatori di uragani è fondamentale per comprendere meglio la natura di questi fenomeni estremi e per migliorare la sicurezza delle popolazioni che vivono nelle aree a rischio. Volare all'interno di un uragano è un'impresa che richiede coraggio, competenze tecniche avanzate e una grande passione per la scienza. I dati raccolti durante le missioni nell'uragano Milton hanno contribuito a migliorare le previsioni e a fornire alle autorità gli strumenti necessari per preparare e proteggere le comunità colpite. Sebbene per molti possa sembrare un lavoro impensabile, per i cacciatori di uragani è una missione vitale, che porta un contributo inestimabile alla sicurezza e alla conoscenza meteorologica.

Di Gaetano

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