Armstrong in lacrime confessa:”Ho fatto uso di doping per vincere”
Lance Armstrong ha ammesso di essersi dopato per vincere i sui sette Tour de France, di aver mentito per anni, ma allo stesso tempo ha anche assicurato che i dirigenti dell’Uci conoscevano tutta la verità. In una “emozionante” intervista con Oprah Winfrey che sarà trasmessa giovedì sul canale via cavo della Winfrey, OWN, Armstrong ha chiuso con anni di bugie ed ha confessato quello che aveva sempre negato: che si è dopato durante la sua carriera ciclistica. Ed inoltre ha sottolineato che vuole tirare in ballo l’Uci, che accusa di essere coinvolta nelle trame del doping, come ha scritto oggi ‘The New York Times”.
Le organizzazioni che adottano il codice mondiale antidoping non possono ammettere un atleta che sia stato squalificato. L’ex ciclista considera la squalifica a vita “ingiusta”, per questo si è incontrato con i dirigenti dell’Usada per sapere che cosa doveva fare per mitigare la punizione. Potrebbe così evitare anche una possibile condanna per falsa testimonianza, poichè ha giurato davanti alle autorità federali di non essersi mai dopato. Travis Tygart, capo esecutivo dell’Usada, sarebbe disposto a ridurre la pena se Armstrong rivelasse chi lo ha aiutato a doparsi. “Questo implicherebbe Pat McQuaid, presidente dell’Uci, e Hein Verbruggen, presidente dal 1991 al 2005, un’epoca nella quale il doping nello sport non era così controllato”, aggiunge il “NYT”, secondo il giornale, Armstrong ha negato davanti alla Winfrey di essere stato il leader della trama di doping, posizione che gli attribuisce l’Usada, ed ha assicurato che semplicemente faceva le stesse cose che facevano i suoi compagni di squadra.
Armstrong ha registrato ad Austin, la sua città natale, l’intervista “senza barriere” che sarà trasmessa giovedì sul canale via cavo della Winfrey, OWN, in orario di massima audience. Secondo una delle persone presenti all’intervista, citata dai media statunitensi, la conversazione è stata progressivamente “emozionante”. La presentatrice sarà presente nel programma della CBS “This Morning” per dare ulteriori dettagli dell’incontro con Armstrong che durerà 90 minuti. Il ciclista di Austin si è anche scusato con coloro che lavorano alla fondazione Livestrong. Secondo la CNN Armstrong ha pianto durante il suo discorso di 15 minuti davanti al personale della fondazione che lui ha fondato nel 1997 dopo aver superato un cancro ai testicoli. Armstrong ha offerto davanti allo staff di Livestrong delle “scuse sincere e di cuore per lo stress che hanno dovuto subire a causa sua”, ha detto alla CNN Rae Bazzarre, direttrice della comunicazione di Livestrong.
Armstrong in questi mesi ha perso l’appoggio di sponsor importanti, e dopo la sua squalifica è stato obbligato a lasciare la direzione di Livestrong, che ha aiutato a raccogliere milioni di dollari di fondi grazie ad alcuni dei suoi successi sportivi che ora sono stati cancellati. Oltre agli accordi ai quali potrebbbe arrivare con l’Usada e la Wada, l’Agenzia Mondiale Antidoping, una confessione potrebbe implicare anche seri problemi legali. Il Dipartimento di Giustizia sta analizzando la denuncia presentata dal suo ex compagno di squadra Floyd Landis, che accusa Armstrong ed altri dirigenti della squadra di avere truffato il governo federale per decine di milioni di dollari violando il contratto che lo obbligava a gareggiare in modo “pulito” con la squadra U.S. Postal.
Secondo NYT e CNN, Armstrong è disposto a restituire parte dei 30 milioni di dollari che il servizio postale del paese ha speso nello sponsorizzare la squadra. Inoltre, un’agenzia di promozione degli Stati Uniti gli ha chiesto di restituire il denaro che gli ha pagato come bonus per aver vinto i suoi Tour de France, ed anche il quotidiano britannico “The Times” gli ha chiesto di restituire il mezzo milione di dollari che gli ha dovuto pagare per ingiurie. La portata esatta della confessione di Armstrong, che ha analizzato nel dettaglio tutti gli scenari possibili con la sua squadra legale, si conoscerà giovedì in tv nel faccia a faccia con Oprah Winfrey.
Francesco Aspanò