Allergie alimentari acquisite tramite trapianto: un nuovo rischio per i pazienti pediatrici
Negli ultimi anni, le allergie alimentari (FAs) sono diventate un problema di salute sempre più diffuso, colpendo milioni di persone in tutto il mondo. Queste allergie si manifestano con una varietà di sintomi, da reazioni cutanee lievi a anafilassi potenzialmente letale. Tuttavia, un fenomeno relativamente nuovo e poco conosciuto è l'acquisizione di allergie alimentari a seguito di un trapianto d'organo. Questo fenomeno, noto come allergia alimentare acquisita tramite trapianto (TAFA), colpisce in particolare i pazienti pediatrici, portando nuove sfide nella gestione clinica.
Il meccanismo dietro le allergie acquisite tramite trapianto
Il trapianto di organi, sebbene sia una procedura salvavita per molte condizioni come l'insufficienza d'organo, può portare a complicazioni immunologiche. Dopo il trapianto, i pazienti ricevono una terapia immunosoppressiva per prevenire il rigetto dell'organo. Tuttavia, questi farmaci, come il tacrolimus e la ciclosporina, possono alterare la funzione del sistema immunitario, favorendo lo sviluppo di allergie, compresi i disturbi atopici come l'asma e la dermatite atopica. In particolare, l'immunosoppressione può causare un aumento della permeabilità intestinale e una sovraespressione delle risposte immunitarie di tipo Th2, promuovendo la produzione di IgE, gli anticorpi responsabili delle reazioni allergiche.
Il ruolo del fegato e del microbioma
Tra i vari trapianti, quello di fegato è particolarmente associato alle TAFA. Questo organo ha un ruolo critico nella tolleranza immunitaria, e il suo trapianto può portare a una sensibilizzazione allergica nel paziente ricevente. Alcuni studi hanno ipotizzato che il fegato trapiantato, o le cellule staminali ematopoietiche presenti nel fegato, possano trasferire anticorpi IgE e linfociti sensibilizzati dagli allergeni del donatore al ricevente, facilitando così lo sviluppo di nuove allergie. Anche il microbioma intestinale gioca un ruolo fondamentale. I cambiamenti nella flora intestinale post-trapianto, con una riduzione dei batteri benefici come i Bifidobatteri e un aumento di ceppi patogeni come Klebsiella, possono contribuire all'insorgenza di disbiosi e predisporre il paziente a infiammazioni e allergie.
Prevalenza delle allergie post-trapianto
Le TAFA si manifestano principalmente nei bambini che hanno subito un trapianto di fegato, con una prevalenza che varia dal 5,6% al 38%. Gli alimenti più comunemente associati a queste allergie includono latte, uova, arachidi, soia, pesce e frutti di mare. Queste allergie possono manifestarsi entro il primo anno dopo il trapianto, con reazioni che vanno da lievi eruzioni cutanee a gravi episodi di anafilassi. In alcuni casi, i pazienti possono anche sviluppare altre condizioni atopiche, come asma e rinite allergica.
Impatto della terapia immunosoppressiva
Uno degli aspetti più interessanti riguarda il tipo di terapia immunosoppressiva utilizzata. Il tacrolimus, uno dei farmaci immunosoppressivi più comuni, è stato associato a un rischio maggiore di sviluppare allergie rispetto ad altri farmaci come la ciclosporina. Alcuni studi hanno suggerito che il passaggio da tacrolimus a ciclosporina può migliorare le condizioni allergiche dei pazienti, favorendo la risoluzione delle allergie o la riduzione dei sintomi. Tuttavia, è importante sottolineare che la modifica della terapia immunosoppressiva deve essere attentamente monitorata per evitare il rigetto dell'organo trapiantato.
Gestione e prospettive future
La gestione delle TAFA richiede un approccio multidisciplinare, che coinvolga non solo la rimozione degli alimenti allergenici dalla dieta, ma anche un'attenta valutazione immunologica attraverso test cutanei e monitoraggio dei livelli di IgE. In alcuni casi, l'immunoterapia alimentare potrebbe rappresentare una strategia per desensibilizzare i pazienti a determinati allergeni, sebbene questo approccio sia ancora in fase di studio.
In conclusione, le allergie alimentari acquisite tramite trapianto rappresentano una nuova e complessa sfida nella gestione dei pazienti pediatrici trapiantati. La comprensione dei meccanismi immunologici alla base di queste allergie è ancora in fase di sviluppo, ma i progressi nella ricerca sul microbioma intestinale, l'immunosoppressione e la tolleranza immunitaria potrebbero aprire la strada a nuove soluzioni terapeutiche.
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